Il governo valuta la proroga dell'obbligo assicurativo per le imprese contro le catastrofi

Il governo sta valutando la proroga dell'entrata in vigore dell'obbligo per le imprese di assicurarsi contro le catastrofi. Lo fanno sapere fonti dell'esecutivo. Il tema, sollevato più volte dalle associazioni imprenditoriali, da Confindustria a Confesercenti, è ascoltato, si spiega. Senza interventi, l'obbligo scatterà dal 31 marzo. Ancora prematuro però prevedere quanto lungo potrebbe essere il rinvio e quale lo strumento legislativo per attuarlo. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
La notizia riportata su altri giornali
"Siamo preoccupati e disorientati", dice il presidente, Marco Granelli: "Senza regole chiare, rischiamo il Far West"; la proroga annunciata serva "per definire regole più chiare che consentano di costruire polizze assicurative adatte alle esigenze delle imprese". (QUOTIDIANO NAZIONALE)
L’espressione «entro il 31 marzo» significa che la data ultima entro cui stipulare una polizza a copertura dei rischi catastrofali è proprio il 31 marzo. (NT+ Enti Locali & Edilizia)
Il nuovo obbligo di assicurazione dei rischi catastrofali da eventi naturali (in gergo, cat nat) - imposto a tutte le imprese italiane (e straniere stabilite in Italia) iscritte nel relativo registro – scatterà dal 31 marzo prossimo. (NT+ Enti Locali & Edilizia)

Entro la fine del mese quattro milioni di imprese - sono interessate tutte le realtà che hanno iscritti a bilancio terreni, fabbricati, impianti, macchinari e attrezzature industriali e commerciali - devono stipulare un contratto per coprirsi contro i rischi legati alle calamità naturali. (ilmessaggero.it)
Se non lo si fa, però, si perde ogni merito creditizio: le banche sostanzialmente non finanziano, non si può partecipare ai bandi e, in caso di catastrofi, non si avrà alcun contributo. Entro il 31 marzo le imprese dovranno assicurarsi contro gli eventi catastrofali. (CremonaOggi)
Confesercenti Nazionale ha già sollevato da giorni il problema, sottolineando che sarebbe “una corsa contro il tempo soprattutto per le circa 1,5 milioni di attività del commercio, del turismo e dei servizi che esercitano in un locale in affitto”. (ROMA on line)