Affaire Venere: chi tutela i nostri tesori?

La vicenda è nota. Da giorni, la Rete e i social sono occupati da critiche e da polemiche generate da «Open to meraviglia» (uno slogan infelice nel suo accostare una parola italiana e una inglese, degno del «Very Bello» di qualche anno fa). Per questa campagna pubblicitaria, il Ministero del Turismo ha utilizzato la Venere di Botticelli con eccessiva disinvoltura, plagiando anche alcuni scatti di Chiara Ferragni. (Corriere della Sera)

Ne parlano anche altri giornali

L’attore posta su Instagram una foto che lo ritrae mentre mangia la pizza in piazza San Marco, a Venezia: «Ve la facevo io la pubblicità... (Corriere della Sera)

di Francesca Marsili «Rispetto alla polemica che vede nella Venere in veste di influencer una mercificazione dell’opera d’arte resto tiepida. (Cronache Maceratesi)

“Questa foto di me a 15 anni mentre cerco di assomigliare a Christina Aguilera, mi fa morire dal ridere”, commenta l’influencer sotto la didascalia del post scattato durante una vacanza ai Caraibi. La nostalgia per gli Anni 2000 è un trend ricorrente negli ultimi anni e, scherzosamente, la stessa Chiara Ferragni ne vuole postare un ricordo. (DireDonna)

È nata da nemmeno una settimana e ogni giorno inciampa in uno svarione. Scelta dal Ministero del Turismo (quello retto da Daniela Santanché) per promuovere il nostro Paese, ideata dal Gruppo Armando Testa, la campagna «Italia: Open to meraviglia» è costata 9 milioni di euro, peccato che nessuno si è ricordato di registrare il dominio del sito. (Il Manifesto)

Tra hashtag e polemiche, l'Italia illustrata nella nuova campagna internazionale di promozione turistica del ministero del Turismo ed Enit "Open to meraviglia", presentata giovedì scorso a Roma, effettivamente stupisce. (ilmessaggero.it)

Nell’articolo non si fa riferimento alle ‘meraviglie’ della campagna, probabilmente venute fuori dopo la sua pubblicazione. Un riassunto veloce per chi si fosse distratto: non ne è stato registrato il dominio, una parte del video è in realtà girato in una cantina in Slovenia (il proprietario ringrazia per tutta la pubblicità gratis), la traduzione in tedesco era a dir poco approssimata (erano stati tradotti i nomi di alcune città italiane). (Corriere)