Kuleba, il globtrotter degli aiuti militari. Per lui la poltrona di ambasciatore all’Ue
Dopo Zelensky, non c’è nessun politico ucraino più visto e popolare di Dmytro Kuleba, classe 1981, un volto grigio che però è diventato uno dei vessilli della resilienza di Kiev di fronte all’Orso russo. C’è chi lo ricorda sul mega-schermo di “Che tempo che fa”, ospite di Fabio Fazio dai bunker di Kiev in maglietta come Zelensky. Erano i primi mesi del conflitto, c’era la tragedia di Mariupol col suo teatro e ospedale martellati dalle bombe, la cittadina in cui si asserragliò nelle acciaierie il reggimento Azov, cercando di frenare l’avanzata dei russi alla conquista di tutta la costa del Mar Nero (ilmessaggero.it)
Su altri giornali
Si vota proprio oggi presso il parlamento di Kiev per le dimissioni del ministro degli Esteri Kuleba. (Fanpage.it)
L’ultimo a vedersi accettare le dimissioni dal Parlamento ucraino, come prevede la Costituzione, sarà oggi anche il più importante dei ministri dimissionari (o dimissionati) nel governo di Volodymyr Zelensky, cioè il titolare degli Esteri Dmytro Kuleba (ilmessaggero.it)
Le sue dimissioni sono state approvate dal Parlamento e il sostituto già nominato. Il maxi rimpasto voluto dal presidente Zelensky per «dare energia nuova» al governo in questa fase cruciale della guerra procede spedita con pochi mugugni. (Corriere della Sera)
«Perezavantazhennia vlady» lo chiamano in ucraino. La prima parola significa «ricomposizione, reset» è la stessa che si usa quando si riavvia il telefono o il computer, oppure quando si vuole far ripartire qualcosa da zero. (il manifesto)
Nei palazzi del potere in Ucraina si svuotano le stanze, le poltrone e gli incarichi. Il grande rimpiazzo lo aveva preannunciato il capo della maggioranza Davyd Arakhamia: nei prossimi giorni, aveva scritto sui social, “il 50% dello staff del gabinetto dei ministri verrà cambiato”. (Il Fatto Quotidiano)
«L’inverno si avvicina». Nell’ultima intervista da ministro degli Esteri, concessa alla Cnn poche ore prima delle dimissioni, Dmytro Kuleba ha sottolineato l’unica certezza che hanno davanti gli ucraini: un nuovo inverno di guerra, il terzo, addirittura più duro degli altri due. (la Repubblica)