Il Washington Post perde 200 mila abbonamenti in tre giorni dopo la scelta di non appoggiare alcun candidato alle elezioni
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LONDRA – In tre giorni, dopo la decisione di non dare un endorsement nella campagna per la Casa Bianca, il Washington Post ha perso 200 mila abbonati: un’ondata di proteste da parte dei lettori, che si aspettavano un editoriale di sostegno a Kamala Harris e hanno interpretato la scelta di non pronunciarsi come un favore fatto a Donald Trump da Jeff Bezos, il miliardario fondatore di Amazon che ne… (la Repubblica)
Ne parlano anche altre testate
Jeff Bezos, proprietario del quotidiano statunitense, difende la decisione: "Sostenere un candidato non sposta nulla nell’esito di un’elezione" (LAPRESSE)
L’annuncio dei 13 editorialisti contrasta ovviamente con quello dell’editore e Ceo del giornale Will Lewis che ha cercato di giustificare la scelta con ragioni tutt’altro che convincenti. Lewis ha spiegato che per la prima volta in 36 anni il Post non farà endorsement presidenziali ritornando così “alle radici” del giornale. (GLI STATI GENERALI)
Ma fa centro quando spiega perché resta neutrale tra Kamala Harris e Donald Trump.Se persino un figuro come Jeff Bezos può dare lezioni di deontologia professionale ai giornalisti, significa che la categoria vive un momento decisamente triste. (La Verità)