La rete di spie iraniane in Israele: tra informazioni rubate e bambole sgozzate
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Due retate nell’arco di pochi giorni, quattordici persone accusate dallo Shin Bet di agire per conto dello spionaggio iraniano. Numeri che sembrano ampi rispetto a quello che dovevano fare e alla complessità di gestirli. Ci sarebbe, però una spiegazione: Teheran – ha scritto l’esperto Yossi Melman – privilegia la «quantità sulla qualità», una tattica a strascico che alla fine dovrebbe portare risultati. (Corriere della Sera)
La notizia riportata su altri media
Lunedì erano finiti in manette sette ebrei residenti ad Haifa e nel nord, emigrati dall’Azerbaijan: tra loro un ex disertore dell’esercito e due minori. Sono accusati di aver fotografato e raccolto … (L'HuffPost)
Un periodo di “iniziazione” con missioni di prova, seguito da compiti progressivamente più complessi e più rischiosi, pagati sulla base di un listino prezzi: fare graffiti per strada, acquistare armi, fotografare basi militari, programmare di un omicidio. (Il Fatto Quotidiano)
Dopo che lunedì scorso i servizi di sicurezza dello Stato ebraico avevano scoperto e messo fuori uso, operando sette arresti, un gruppo spionistico che raccoglieva informazioni per l'intelligence di Teheran, ieri sono stati arrestati altri sette residenti di Gerusalemme palestinesi abitanti nel sobborgo a maggioranza araba di Beit Safafa - con accuse molto serie: secondo la polizia israeliana e il servizio segreto interno Shin Bet, intendevano assassinare figure di primo piano dello Stato e compiere attentati su incarico dell'Iran. (il Giornale)
Di Ludovica Iacovacci (Mosaico-cem.it)
Medio Oriente, Israele e il caso delle spie iraniane Questo contenuto non è disponibile per via delle tue preferenze sui cookie (TV2000)
«L'aeronautica israeliana ha effettuato una serie di attacchi mirati contro queste roccaforti finanziarie di Hezbollah», ha detto il portavoce militare, il contrammiraglio Daniel Hagari. (ilmessaggero.it)