E' morto Lee Konitz, maestro del cool jazz. Un album del 2003 lo ricorda a Umbria Jazz

Il secondo dei due altosassofonisti di quella registrazione è Lee Konitz che proprio partendo dal cool jazz non ha mai cessato di evolvere il suo stile.

Ha lasciato un segno indelebile nella storia del jazz, proprio in opposizione a Bird e sulla scia di un background musicale formato sulle linee estetiche del cool jazz che faceva diretto riferimento a Lennie Tristano.

Claudio Bianconi Arte, cultura, ma soprattutto musica sono tra i miei argomenti preferiti. (Vivo Umbria)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Si spegne cosìal Lenox Hill Hospital di New York. Soprannominato Papy Groove, è stato un gigante della musica afro, influenzando artisti da Herbie Hancock a Enzo Avitabile e Jovanotti. (Leggo.it)

È scomparso Lee Konitz, uno dei massimi protagonisti della storia del jazz. Così Bergamo Jazz ha voluto ricordare un grande musicista che si è spento per il coronavirus giovedì 16 aprile. (L'Eco di Bergamo)

Lee Konitz, che a ottobre compirà novant’anni, è uno dei contraltisti più influenti nella storia del jazz, e la sua importanza sullo strumento non è molto inferiore a quella di Charlie Parker. Personalmente abbiamo amato il disco inciso per la Atlantic nel 1955 «Lee Konitz With Warne Marsh» e il Prestige del 1950, «Subconscious Lee», fondamentale per comprendere l’arte del sassofonista e l’estetica del cool jazz. (Musica Jazz)

Il timbro così distintivo di Konitz venne quasi a identificarsi con il suono di questa nuova era del jazz tanto che lui venne riconosciuto come il sassofonista contralto "cool" per antonomasia. Addio a Lee Konitz, mito del jazz all'ombra dei giganti da Miles Davis a Charles Mingus. (Rai News)

Nato a Chicago il 13 ottobre 1927 e durante la lunghissima carriera di oltre 70 anni, ha suonato con tutti i grandi a cominciare da Miles Davis , Michel Petrucciani, Ornette Coleman e tanti altri. Il figlio, Josh Konitz, ha confermato la notizia: le cause del decesso sono da attribuirsi al Covid-19. (RagusaNews)

Uno standard come Lover man, per intenderci, suonato da Konitz si intuiva davvero in alcuni brevissimi passaggi, ma diventava, in un talentuoso come lui, una sinuosa e stimolante riproposta tutta da riscoprire ogni volta. (Il Fatto Quotidiano)