Sebastiano Ardita: «Il 41 bis tutela la collettività. Cancellarlo sarebbe un segno di debolezza per lo Stato»

«Rinunciare al 41 bis otto la pressione di gruppi, di esponenti o di singoli, rappresenterebbe un segno di debolezza dello Stato». Non usa mezzi termini Sebastiano Ardita, magistrato antimafia, già direttore del Dap per 9 anni, mentre commentando a L'Espresso il caso Alfredo Cospito, l'anarchico trasferito al carcere di Opera a Milano per l'aggravarsi delle sue condizioni dopo più di cento giorni di sciopero della fame. (L'Espresso)

Su altre testate

"È urgente trasferire Cospito e revocare il 41-bis. "Invochiamo la revoca in nome dello Stato di diritto, della Costituzione", il tweet dello stesso giorno del vicesegretario Provenzano (Il Fatto Quotidiano)

Gli utenti dei social si esprimono in maniera molto compatta contro il mondo anarchico e le azioni violente di questi ultimi giorni (Adnkronos)

E con manifestazioni anche violente, come le decine di auto date alle fiamme a Roma, a Milano, Atene, Berlino, Barcellona, Madrid, perfino La Paz, dall’altra parte del mondo. (LifeGate)

E tra l’altro, le polemiche tra loro due non sono affatto mancate qualche settimana fa, ma anzi…. Potrebbe interessarti: Dove vedere la replica del Grande Fratello Vip 7. Andrea Maestrelli dopo la rivelazione di Nicole Murgia. (Tutto.TV)

Il dialogo tra Cospito e il boss mafioso è contenuto in una delle relazioni segrete citate in aula martedì dal deputato di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli, pubblicate oggi in esclusiva da Repubblica. (Open)

Sono alcuni degli 85 detenuti al regime di 41 bis nel carcere sassarese di Bancali, lo stesso dove fino a tre giorni fa si trovava l’anarchico Alfredo Cospito, ora trasferito a Opera. Solo quattro sarebbero però i nomi contenuti nella relazione fornita dal Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria all'ufficio di gabinetto del ministero della Giustizia e al sottosegretario con delega alle carceri Andrea Delmastro: oltre a Cospito, le persone citate sarebbero Pietro Rampulla, Pino Cammarata, Francesco Di Maio e Francesco Presta. (L'Unione Sarda.it)