Mafia, oltre 400 imprese potenzialmente legate a criminalità organizzata
Mafie sempre più pervasive anche nei piccoli territori come Cremona, dove la tipologia imprenditoriale è particolarmente appetibile per i tentativi di infiltrazione. Cosa che emerge anche dai dati: sono 412 le imprese potenzialmente connesse a contesti di criminalità organizzata. E se è vero che si tratta solo dell’1,66% del totale (ossia 24.830 aziende), il quadro è comunque preoccupante, soprattutto considerando che negli ultimi dieci anni le denunce di estorsione sono aumentate del 145%, passando dalle 31 del 2013 alle 76 del 2023. (CremonaOggi)
La notizia riportata su altri giornali
A dirlo è il Centro studi della Cgia di Mestre, secondo cui si stima che 150mila imprese nostrane gravitino potenzialmente nell’orbita dei clan. – Milano con 15.650 società a rischio collusioni mafiose è la terza provincia italiana a più alto tasso di pervasività della criminalità organizzata. (IL GIORNO)
Rischio mafia per molte imprese venete e polesane. Si calcola infatti che in Polesine ben 370 imprese siano a rischio di finire, o ci sono già finite, in contesti di contiguità con la criminalità organizzata. (La Voce di Rovigo)
Lo rimarca uno studio effettuato dall’ Ufficio studi della Cgia di Mestre che ha analizzato il volume d’affari annuo delle mafie italiane. Un “giro” di denaro che si aggira attorno ai 40 miliardi di euro, pari praticamente a due punti di Pil. (QuiBrescia.it)
Il giro di affari delle mafie italiane in Trentino si aggira tra i 200 e i 250 milioni, le aziende trentine a rischio di infiltrazione sono più di 700 e le estorsioni in 10 anni, dal 2013 al 2023, sono raddoppiate. (Il T Quotidiano)
Il volume d'affari annuo delle mafie italiane si aggira attorno ai 40 miliardi di euro l'anno, una cifra mostruosa che vale praticamente due punti di Pil e che colloca il fatturato dell'industria del.. (Virgilio)
Sono più di 8.500 le imprese venete che potrebbero essere potenzialmente controllate o collegate a vario titolo alle organizzazioni criminali di stampo mafioso: lo sostiene un'analisi dell’Ufficio studi della Cgia dopo aver preso in esame i dati in possesso dell’Unità di Informazione Finanziaria (UIF) della Banca d’Italia, struttura che, per legge, riceve ogni anno dagli intermediari finanziari di tutto il Paese centinaia di migliaia di segnalazioni di operazioni finanziarie sospette. (ilgazzettino.it)