Terzo mandato, il Pd riesce a litigare anche più delle maggioranza

Roma, 23 feb – La commissione Affari costituzionali del Senato boccia l’emendamento leghista a favore del terzo mandato per i presidenti di regione. La maggioranza si presenta divisa, ma ancora peggio riesce a fare il Partito democratico che si spacca in due e con l’ala del governatore dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini che accusa: “Non si è salvaguardata l’unità del partito”. Il voto sul terzo mandato Niente ribaltoni, il voto sul terzo mandato per i presidenti di regione è andato come previsto: Fratelli d’Italia e Forza Italia hanno affossato il provvedimento, mentre la Lega ha votato a favore. (Il Primato Nazionale)

Ne parlano anche altri media

A rischio tanti big come Luca Zaia, Toti e De Luca (LAPRESSE)

Roma, 23 feb. – Il dibattito sul terzo mandato di sindaci e governatori è “una idiozia”. (Agenzia askanews)

“Il terzo mandato? In Campania si può fare”. Volevo chiarire che la Campania è del tutto indifferente, il terzo mandato lo può fare tranquillamente non avendo recepito la legge nazionale sui due mandati. (Il Fatto Quotidiano)

(Agenzia Vista) “Le Regioni non possono trasformarsi in piccoli feudi o monarchie a vantaggio degli attuali presidenti di Regione. È necessario un ricambio generazionale e democratico e per questo motivo siamo contrari al terzo mandato”, la posizione di Alleanza Verdi e Sinistra espressa da Bonelli in tema di terzo mandato ai governatori. (Il Sole 24 ORE)

No. Questa partita del terzo mandato, chiamiamola così, pensando ora ai presidenti delle regioni e poi ai sindaci, non è stata giocata male da Matteo Salvini. O così male come appare dall’autorete che ha voluto rimediare in commissione al Senato facendo votare e bocciare dalle opposizioni e dai suoi stessi alleati la proposta di sblocco dei due mandati. (Liberoquotidiano.it)

Dunque non c’è stata alcuna fuga in avanti del Pd rispetto agli accordi presi (e cioè di elaborare una proposta condivisa sul numero di mandati consecutivi dei governatori regionali). Dopo la caduta c’è sempre l’atterraggio. (Il Manifesto)