18enne picchiata e stuprata in strada

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Morti sul lavoro

Pordenone è stata recentemente scossa da un crimine di inaudita violenza. Una diciottenne è stata aggredita, trascinata per i capelli, presa a pugni, stuprata e derubata. Questo orribile episodio ha gettato un'ombra cupa sulla comunità locale, sollevando interrogativi sulla sicurezza e sulla giustizia. L'incubo per la giovane vittima è iniziato in una notte che sembrava come tante altre. La ragazza, di cui non è stato reso noto il nome per proteggere la sua privacy, stava tornando a casa quando è stata improvvisamente attaccata. (La Voce di Rovigo)

Su altri giornali

Intorno alle 2 di notte una 18enne di nazionalità ucraina è stata strattonata e derubata vicino al ponte di Adamo ed Eva. L'aggressore, un operaio di 29 anni di origine colombiana residente a Pordenone, l'ha bloccata e ha abusato di lei mentre stava raggiungendo il parcheggio dove aveva lasciato l'auto. (PordenoneToday)

«Sono una donna, una mamma e sono preoccupata. In quel momento gli investigatori dell’aliquota operativa e del Radiomobile sono in Procura, stanno depositando il risultato degli accertamenti cominciati la notte del 9 giugno, dopo la violenza sessuale sull’argine del Noncello subìta dalla diciottenne che rincasava alla fine del turno di lavoro. (ilgazzettino.it)

Fucsia, il colore del coraggio di una giovane donna che denuncia la sua violenza. Fucsia, come le macchie sui vestiti dopo la violenza. (Il Messaggero Veneto)

Diciottenne violentata, la difesa con lo spray urticante colorato: negli abiti del colombiano le prove dell'aggressione

Nemmeno la sostanza urticante, che lo ha però attinto di striscio, ha fatto desistere l’aggressore dall’abuso. Dalla borsetta ha estratto lo spray anti-aggressione e glielo ha spruzzato addosso due volte. (Il Messaggero Veneto)

Ha utilizzato due volte una bomboletta di spray antiaggressione, ma il violentatore si è ulteriormente incattivito. Ha tentato di difendersi la diciottenne pedinata e aggredita sull'argine del Noncello di notte, mentre tornava a casa alla fine del turno di lavoro. (ilgazzettino.it)