Confindustria: crescita debole e incertezza record. Rischio declino strutturale per l’industria

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il Giornale ECONOMIA

La crescita dell’economia italiana rallenta e il recupero si allontana. Il Centro Studi Confindustria (Csc), nelle sue previsioni di primavera, ha rivisto al ribasso le stime per il Pil del 2025, che crescerà solo dello 0,6% rispetto al +0,9% atteso in precedenza. Per il 2026, il Pil dovrebbe attestarsi all’1%, ma lo scenario è fortemente condizionato dall’incertezza globale, ai massimi storici, e dalle tensioni commerciali legate all’inasprimento delle politiche protezionistiche. (il Giornale)

La notizia riportata su altri media

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Roma, 02 apr - 'Ovviamente per noi la guerra sui dazi, per un Paese come il nostro che esporta 626 miliardi, e' un problema, perche' generiamo comunque 100 miliardi di surplus. (Il Sole 24 ORE)

"In momenti difficili come questi servono misure straordinarie e coraggio straordinario. E' l'appello lanciato dal presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, aprendo il convegno del Centro Studi."Credo che i numeri che vedete debbano farci riflettere. (Tiscali Notizie)

Ma un’escalation protezionistica potrebbe determinare un Pil in caduta a +0,2% nel 2025 e a +0,4% nel 2026. – Confindustria rivede al ribasso le stime di crescita per il 2025 dell’economia italiana. (Askanews)

È il risultato di un rallentamento dell’economia Usa (danneggiata dai dazi), un consolidamento della crescita dei paesi emergenti e una dinamica in lieve miglioramento, ma su valori bassi, nell’Eurozona. (Industria Italiana)

Per l’Italia il rischio c’è, e il nostro Centro Studi sta quantificando l’impatto che sarà imponente”. “I settori oggi più esposti – dice ancora – sono il farmaceutico, l’alimentare e quello delle macchine per la produzione oltre al tessile-moda. (ildenaro.it)

Il Centro Studi di Confindustria ha rivisto al ribasso le stime della crescita del pil 2025 a +0,6% da +0,9% previsto a ottobre 2024, ascrivibile, in larga parte, «alla debolezza della seconda metà del 2024 e al peggioramento del quadro macroeconomico nel quale si contrappongono forze di segno opposto». (Milano Finanza)