Tre paradisi fiscali Ue nella top ten dell'elusione
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Tra i 10 peggiori paradisi fiscali del mondo, tre sono nell’Unione europea: Paesi Bassi (settimo posto), Irlanda (nono) e Lussemburgo (decimo). Lo indica il Corporate Tax Haven Index pubblicato martedì dal Tax Justice Network, che ogni anno aggiorna la propria lista in base all'attività finanziaria delle imprese nei paesi, alla trasparenza e ai regimi fiscali offerti, assegnando un punteggio in base a tali parametri. (Italia Oggi)
Se ne è parlato anche su altri media
Questo tipo di abuso fiscale costa ai governi circa mezzo trilione di dollari all’anno, privando le economie globali di risorse per servizi pubblici. Il Regno Unito, tramite i suoi territori offshore, insieme ad altri paesi europei gioca un ruolo centrale nel fenomeno. (Partita Iva)
Un nuovo rapporto di Tax Justice Network ha analizzato l’attrattività fiscale di diversi Paesi nel mondo, basandosi su 18 indicatori diversi. Il risultato è una classifica dei paradisi fiscali più utilizzati dalle multinazionali, in cui ben 5 Paesi europei risultano tra i primi 10. (Economy Magazine)
Introduzione A far luce sul tema ci ha pensato il recente ed aggiornato report “Corporate Tax Haven Index” stilato dall’organizzazione non governativa Tax Justice Network e riguardante 70 Paesi nel mondo. (Sky Tg24 )
Le tre ex colonie mantengono stretti legami con Londra e la City da cui, nella sostanza, dipendono per i loro assetti tributari. La Gran Bretagna, tramite i suoi satelliti, continua a dominare la galassia globale dell’elusione/evasione fiscale. (Il Fatto Quotidiano)
Così emerge dal “Corporate Tax Haven Index” stilato dall’organizzazione Tax Justice Network che ha analizzato 70 Paesi per valutare il loro ruolo nel facilitare l’evasione fiscale globale. (Wall Street Italia)
Il presidente di Panama, José Raúl Mulino, nei prossimi giorni probabilmente sarà in Europa per discutere la questione delle liste in cui il suo Paese appare come «paradiso fiscale». Nel suo primo discorso all'Assemblea generale dell'Onu, Mulino - che ha iniziato il suo mandato quinquennale il 1 luglio scorso - ha difeso l'esclusione di Panama dalla lista dei «paradisi fiscali» e sottolineato come sia «paradossale» che i Paesi che approvano l'inclusione di Panama in queste liste utilizzino il Canale di Panama e «partecipino a gare pubbliche». (Corriere della Sera)