Siria, al Jolani inizia male: non stringe la mano alla ministra tedesca, ma al collega tedesco sì (video)
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Inizia male al Jolani. Il primo grande riconoscimento internazionale per la nuova Siria del capo degli islamisti che quasi un mese fa ha spazzato via il regime di Bashar Assad, è stato segnato da uno sgarbo verso una donna. Un brutto gesto. La visita a Damasco dei ministri degli Esteri di Francia e Germania ha generato accese polemiche: accogliendo i due ministri arrivati su mandato dell’Unione europea, il leader siriano ha stretto calorosamente la mano solo all’uomo, il francese Jean Noel Barrot, e non alla donna tedesca Annalena Baerbock (Secolo d'Italia)
Se ne è parlato anche su altri giornali
Il nuovo leader della Siria, Ahmad al-Shara, precedentemente noto come AbuMohammed al-Jolani, ha incontrato a Damasco la ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock e il suo omologo francese Jean-Noël Barrot, nel palazzo che fu di Bashar al-Assad, il cui regime è stato rovesciato dalle milizie al-Jolani nelle scorse settimane. (Open)
Il leader dell’ex gruppo ribelle islamista Haiat Tahrir al-Sham (Hts) ha accolto i ministri degli Esteri, che hanno viaggiato per conto dell’Ue, nell’ex palazzo di Bashar al-Assad, rovesciato circa quattro settimane fa, a Damasco (LAPRESSE)
L’Europa prova a battere un colpo in Siria. Ma la missione europea si scontra subito con il riflesso condizionato di un nuovo regime, che non riesce a celare la sua pulsione islamica e fondamentalista. (Corriere della Sera)
«Non mi aspettavo una vera stretta di mano», ha detto Annalena Baerbock subito dopo l’incontro: Mohammad al Jolani viene da un contesto di islamismo non solo osservante, ma estremo, ed era previsto che non le avrebbe porto la mano. (Corriere della Sera)
La “mano tesa” alla nuova Siria non poteva che venire offerta partendo da Sednaya, il “carcere macello” del regime di Bashar al-Assad. La visita a sorpresa della ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock e del ministro degli Esteri francese Jean-Noel Barrot, a Damasco in rappresentanza dell’Unione Europea, inizia dalla fabbrica di morte e di torture che l’Occidente per decenni ha finto di non vedere. (Avvenire)
È salito a 63 il bilancio delle vittime nell'ondata di raid israeliani di oggi a Gaza. Israele ha condotto pesanti attacchi in tutta la Striscia di Gaza, compresa la cosiddetta zona umanitaria di al-Mawasi e il campo profughi di Jabalia, a nord, che è stato ripetutamente attaccato negli ultimi giorni. (la Repubblica)