Bombardamenti israeliani in Siria
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Israele ha recentemente lanciato un attacco massiccio contro la Siria, colpendo oltre 300 obiettivi strategici, tra cui depositi di munizioni, armi chimiche, sistemi missilistici, jet, droni, elicotteri, carri armati e navi. L'operazione, denominata "Freccia di Bashan", ha distrutto circa l'80% delle capacità militari strategiche siriane e ha annientato la marina di Damasco. Secondo fonti militari israeliane, l'attacco è stato pianificato per anni e mirava a garantire che l'equipaggiamento militare strategico non finisse nelle mani sbagliate.
L'azione israeliana, descritta come la più imponente nella storia dell'aviazione del paese, è stata giustificata come una mossa preventiva per proteggere la sicurezza nazionale. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato che l'operazione cambierà il volto del Medio Oriente, sottolineando l'importanza di eliminare le minacce prima che possano concretizzarsi.
La Siria, che non aveva minacciato o colpito Israele recentemente, si trova ora a dover affrontare le conseguenze di un attacco devastante. Le forze armate siriane, già indebolite da anni di conflitto interno, sono state ulteriormente decimate, lasciando il paese in una posizione di estrema vulnerabilità. L'operazione israeliana ha anche suscitato reazioni internazionali, con alcuni paesi che hanno espresso preoccupazione per l'escalation delle tensioni nella regione.
In questo contesto, la Turchia ha manifestato il proprio disappunto, con il presidente Recep Tayyip Erdogan che ha chiesto il rispetto dell'integrità territoriale della Siria.