Davvero il governo può decidere di non arrestare Netanyahu se viene in Italia? Lo spiega la giurista

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Fanpage.it ESTERI

Ora che la Corte penale internazionale ha emanato un mandato d'arresto per Benjamin Netanyahu, tra gli altri, i Paesi che aderiscono alla Cpi dovranno decidere come muoversi. Tra questi c'è anche l'Italia, dove Matteo Salvini ha già chiarito che per lui il mandato non dovrebbe essere applicato. L'esperta di diritto internazionale Micaela Frulli ha spiegato a Fanpage.it cosa può succedere ora. (Fanpage.it)

La notizia riportata su altre testate

Una decisione che crea molta angoscia in chi è amico di Israele. Il pronunciamento del più alto organismo della giustizia internazionale ha l’obiettivo di prevenire nuovi crimini di guerra e contro l’umanità a Gaza e certifica ciò a cui abbiamo assistito in questi 13 mesi. (il manifesto)

«Conto di incontrare presto esponenti del governo israeliano e se Netanyahu venisse in Italia sarebbe il benvenuto. I criminali di guerra sono altri». Lo ha detto il vicepremier Matteo Salvini a margine dell'assemblea Anci. (Corriere della Sera)

Il viaggio che il premier israeliano potrebbe intraprendere stando alle dichiarazioni dei leader globali è una sorta di linea che va a zig-zag intorno al pianeta, da Washington alla capitale ungherese, toccando pure Mosca e Belgrado. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Israele, Putin non commenta la sentenza dell'Aia: ma è il vero vincitore

Così parla Assaf Gavron, 55 anni, una delle voci più originali della nuova narrativa israeliana, autore di sette romanzi tradotti in numerose lingue: in Italia Giuntina ha pubblicato … LONDRA — «Troppo comodo per Netanyahu respingere il mandato di arresto accusando il tribunale dell’Aia di antisemitismo. (la Repubblica)

Salvini si schiera col premier israeliano condannato dalla Corte penale internazionale per crimini di guerra: "È benvenuto in Italia". L'Italia presidente del G7 porrà il tema a vertice ministri Esteri (Adnkronos)

C’è un vincitore politico nel caso del mandato di cattura internazionale per Netanyahu e Gallant? Vediamo un po’: non è Hamas, ormai ridotto in briciole, né Hezbollah, che spera in una tregua, e neppure l’Iran, i cui capi hanno ormai gli incubi per l’imminente arrivo di Donald Trump. (Liberoquotidiano.it)