Uno scontro lungo trent’anni. Dalle intercettazioni ai migranti. E il duello infuocato sulla riforma
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Allegranti Lo scontro istituzionale tra parte della magistratura e governo sale di livello. Sono indagati – per la vicenda Almasri – Giorgia Meloni, Matteo Piantedosi, Carlo Nordio e Alfredo Mantovano. A indagare è il dottor Francesco Lo Voi, lo stesso procuratore, oggi a Roma, che, quando era a Palermo, si era occupato, con insuccesso, del ministro dell’Interno Matteo Salvini sul caso Open Arms. La notizia dell’inchiesta - "atto dovuto", ha precisato poi l’Anm – viene diffusa dalla presidente del Consiglio sui suoi social alla vigilia delle previste informative in Parlamento dei ministri dell’Interno, Piantedosi, e della Giustizia, Nordio, in programma per oggi ma poi saltate (peraltro, inizialmente sarebbe dovuto intervenire il solo titolare del Viminale, poi si è aggiunto anche il Guardasigilli). (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Se ne è parlato anche su altri media
Perché anche allora, 33 anni fa, l'intero corpo della magistratura fece sciopero, anche allora lo fece contro una riforma epocale che la toccava nel vivo e per la quale prevedeva sfracelli, anche allora la magistratura si mosse contro un ex collega che era entrato al ministero della Giustizia, anche allora la magistratura riuscì a coagulare tutte le sue correnti interne, e, anche allora, a non condividere le ragioni dello sciopero c'era paradossalmente Antonio Di Pietro. (il Giornale)
La sceneggiata allestita da una parte della magistratura - la solita contro il ministro Nordio - è un fatto assai pericoloso perché esprime una postura poco rasserenante dei giudici. A maggior ragione se lo fanno con la Costituzione tra le mani. (Liberoquotidiano.it)
Sabato ho partecipato all’inaugurazione dell’Anno Giudiziario presso la Corte d’Appello di Bari, una cerimonia animata, quest’anno, a causa dei lavori in Parlamento sulla riforma della separazione delle carriere. (La Gazzetta del Mezzogiorno)
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La fiducia dell'opinione pubblica nelle toghe è diminuita e la maggioranza di Giorgia Meloni, litigiosa su tanti punti, dopo il caso Almasri e il trasferimento dei migranti in Albania, si è compattata su quella che a inizio legislatura era la bandiera di Forza Italia. (Sky Tg24 )
La sorte a cui sono andate incontro le tre riforme inserite nel programma elettorale del destra centro è nota. Il premierato si è addormentato e corre voce che Meloni, dopo aver sperimentato in pratica che anche l’attuale premiership non è affatto debole, se solo è sorretta da volontà politica, si accontenterebbe di estendere a livello nazionale la legge elettorale delle regioni, con cui vengono eletti i governatori. (La Stampa)
Basta leggere l'ampia rassegna stampa che alcuni giornalisti non omologati come Filippo Facci hanno raccolto su quegli anni: dalle urla negli stadi («Di Pietro, sei meglio di Pelé»), a certe copertine dei settimanali nazionalpopolari grondanti saliva ("Di Pietro facci sognare“, Tv Sorrisi e canzoni, luglio 1992). (Tempi.it)