Leopardi, il maestro dell'infinito

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La miniserie Rai "Leopardi: Il poeta dell'infinito", diretta da Sergio Rubini e interpretata da Leonardo Maltese, ha suscitato un acceso dibattito tra pubblico e critica. La fiction, che ripercorre la vita del celebre poeta Giacomo Leopardi, ha scelto di rappresentare il protagonista come un giovane bello e vitale, senza la gobba che lo caratterizzava nella realtà. Questa decisione, sebbene audace, ha l'intento di spostare l'attenzione sull'interiorità del poeta e sulla sua straordinaria produzione letteraria, evitando di ridurlo a una figura vittima delle sue sofferenze fisiche.

Le riprese della miniserie si sono svolte in diverse città italiane, tra cui Recanati, luogo natio di Leopardi, e altre località che hanno segnato la sua vita. La scelta di concentrarsi sull'amore incontenibile per la vita che muoveva Leopardi e sulla sua costante ricerca di felicità, negata da un universo incomprensibile e sordo ai desideri umani, è stata apprezzata da molti spettatori. Tuttavia, non sono mancate le critiche, come quelle del noto critico televisivo Aldo Grasso, che ha definito la serie una "parodia involontaria".

Nonostante le polemiche, la miniserie ha ottenuto un notevole successo di pubblico, raggiungendo oltre il 20% di share. Il regista Rubini ha difeso la sua scelta artistica, sottolineando l'importanza di rappresentare Leopardi come un genio del pensiero e della poesia, piuttosto che come un uomo schiacciato dalle sue sofferenze fisiche. La sceneggiatura, scritta da Carla Cavalluzzi e Angelo Pasquini, ha cercato di restituire un'immagine più completa e complessa del poeta, mettendo in luce la sua straordinaria capacità di introspezione e la profondità del suo pensiero.

"Leopardi: Il poeta dell'infinito" rappresenta un tentativo coraggioso di rileggere la figura di Giacomo Leopardi, concentrandosi sulla sua interiorità e sulla sua produzione letteraria, piuttosto che sulle sue sofferenze fisiche.