Alexa a pagamento, la scelta di Amazon per l'intelligenza artificiale

La rivoluzione apportata dall’intelligenza artificiale sta cambiando radicalmente il nostro mondo, e per rimanere al passo coi tempi anche servizi come Alexa, uno dei grandi assistenti virtuali presenti oggi sul mercato, necessitano di importanti upgrade. Passare all’AI generativa ha un costo e a quanto pare Amazon è intenzionato a farlo pagare ai suoi utenti. Ecco perché già si parla di Alexa a pagamento. (InvestireOggi.it)

Su altre fonti

Amazon starebbe finalmente pensando ad una versione migliorata dell’assistente vocale Alexa, che però potrebbe arrivare sottoforma di abbonamento a pagamento. (GizChina.it )

Secondo quanto riportato da Reuters, il colosso dell’e-commerce avrebbe in mente di offrire due livelli del servizio, uno gratuito e uno a pagamento che al momento si chiamerebbe “Remarkable Alexa”. Amazon sta lavorando su un importante rinnovamento di Alexa che offrirà funzionalità di intelligenza artificiale generativa conversazionale. (TuttoTech.net)

Di notizie ufficiali ancora non ce ne sono, ma secondo le ultime indiscrezioni il costo mensile potrebbe essere compreso tra i 5 e i 10 dollari. Non ci sono dubbi sul fatto che a breve arriverà una versione di Alexa, l’assistente virtuale di Amazon, potenziata con l’intelligenza artificiale. (IlSoftware.it)

Amazon prepara il lancio della nuova Alexa (a pagamento) con AI generativa. Come funzionerà e quando potrebbe arrivare

Alexa a pagamento per salvarsi? Secondo l’agenzia di stampa Reuters, Amazon potrebbe lanciare una versione a pagamento del suo assistente vocale per garantirne la sopravvivenza. (Webnews)

Ne è convinta l’agenzia di stampa Reuters, che ha ottenuto anche delle dichiarazioni da parte di Amazon che, in sostanza, confermano l’arrivo di una nuova versione dell’assistente digitale, che sarà molto più potente e in grado di comprendere il linguaggio naturale dell’utente. (Libero Tecnologia)

Amazon sta lavorando a un rilancio in grande stile di Alexa, l’assistente vocale proposto ai clienti sin dal 2014 che in un decennio ha arredato le case di oltre mezzo miliardo di consumatori nel mondo ma ha portato perdite, piuttosto che profitti, all’azienda. (Open)