Tutti i sospetti del papà di Alex morto dopo un rito sciamanico:«Una cerimonia maledetta, diteci cos'è successo»

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Morti sul lavoro

«Stiamo soffrendo ma ci darai la forza per andare a fondo a questa torbida vicenda e capire cosa sia successo in quella maledetta cerimonia a cui ci tenevi tanto partecipare». In un lungo messaggio affidato ai social, Luca Marangon ha rivolto un ultimo saluto al figlio Alex. Ora scattano le indagini, per capire che cosa sia successo la notte tra sabato 29 e domenica 30 giugno. Anche la famiglia di Alex Marangon mette sotto la lente d’ingrandimento «quella maledetta cerimonia»,... (gelocal.it)

La notizia riportata su altri media

Dalle prime indagini sembrerebbe che il giovane abbia in ingerito una sostanza psicotropa prima di morire: l’ayahuasca, appunto. (Il Fatto Quotidiano)

Potrebbe essere stata questa la causa della morte di Alex Marangon, il 25enne di Marcon (Venezia), scomparso il 30 giugno e ritrovato privo di vita due giorni dopo su un isolotto a Ciano del Montello (Treviso). (Tiscali Notizie)

C'è il sospetto che Alex Marangon fosse sotto l'effetto di allucinogeni quando si è allontanato dall'abbazia di Vidor. Il barista veneziano di 26 anni, trovato morto ieri (2 luglio) in un isolotto sul Piave, potrebbe essere deceduto per aver assunto l’ayahuasca, una sostanza allucinogena utilizzata dagli sciamani del Sud America durante i loro rituali. (ilmessaggero.it)

Alex Marangon, il barman morto nel Piave “era sotto l’effetto dell’allucinogeno ayahuasca”: aveva partecipato a un raduno sulle pratiche sciamaniche

La tragedia che ha colpito il giovane Alex Marangon, trovato morto lo scorso 2 luglio, ha acceso i riflettori sull'ayahuasca, un infuso allucinogeno utilizzato tradizionalmente dalle popolazioni indigene dell'Amazzonia. (ilmessaggero.it)

Il rad… (la Repubblica)

Alex Marangon, barman 26enne di Marcon (Venezia), vi avrebbe preso parte, accompagnato da un conoscente. Un raduno dedicato alla meditazione e alla musica, per avvicinarsi alle pratiche sciamaniche dell’Amazzonia. (La Stampa)