Sciopero del 31 ottobre: i docenti non hanno aderito perché il loro stipendio non glielo permette. Lettera
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Sciopero del 31 ottobre: i docenti non hanno aderito perché il loro stipendio non glielo permette. Lettera Di inviata da Donatella Signorini – È davvero un paradosso che la mancata adesione allo sciopero sia stata letta come accettazione dello status quo della professione docente. La realtà è che lo sciopero non ce lo possiamo più permettere, e, purtoppo questo il sindacato ( sempre più scollato dalla base) non lo ha ancora capito! In un momento come questo in cui il potere d’ acquisto è notevolmente diminuito i mutui sono andati alle stelle (i tassi hanno letteralmente galoppato in salita e adesso scendono ad un ritmo elefantiaco) anche 80 euro a fine mese possono fare la differenza. (Orizzonte Scuola)
Ne parlano anche altre testate
É stata di circa il 5% l'adesione nazionale allo sciopero del comparto istruzione che si è tenuto ieri. (Il Sole 24 ORE)
È l’unica della sua scuola ad avere le chiavi del plesso, la sua decisione di non aprire ha permesso di manifestare anche agli insegnanti precari che temevano ritorsioni. (il manifesto)
Sciopero e sit-in della Flc Cgil per protestare contro la precarietà lavorativa, i salari troppo bassi e i rischi legati alla regionalizzazione dell’istruzione (Corriere Delle Alpi)
“Siamo qui per dire no al taglio dei salari che vuole il governo, per chiedere politiche diverse per il welfare pubblico perché siamo convinti che senza investimenti su scuola, sanità e sul futuro delle nuove generazioni non c’è futuro per il nostro Paese”. (FLC CGIL)
– L’Università di Pisa scende in piazza contro i tagli. “Per il nostro ateneo si tratta di un taglio veramente pesante: benché sia formalmente quantificato in circa 7 milioni di euro, di fatto corrisponde a più del doppio per la revisione dell’impostazione di alcune voci contabili. (LA NAZIONE)
Lo sciopero del settore della conoscenza per l’intera giornata di ieri, proclamato dalla Flc Cgil su tutto il territorio nazionale, è stato accompagnato da presìdi, cortei e flash mob. La segretaria generale Flc Cgil Teramo, Alessandra Palombaro, ha evidenziato le ragioni della protesta: dall’adeguamento salariale («in Italia gli stipendi sono i più bassi d’Europa e, rispetto ai lavoratori della funzione pubblica, a parità di titolo di studio, il divario è di circa 6.500 euro»), all’autonomia differenziata che crea disparità fra le regioni, alla diffusa condizione di precariato. (Il Centro)