Telegram, Pavel Durov è sotto inchiesta anche per violenze gravi su uno dei figli

L'inchiesta è stata aperta ora e riguarda fatti che sarebbero avvenuti a Parigi. Lo riferiscono fonti francesi a conoscenza del dossier. La notizia è arrivata nel giorno del rilascio del fondatore della app di messaggistica. Il fondatore di Telegram, Pavel Durov, è sotto inchiesta anche per violenze gravi su uno dei suoi figli. Lo riportano fonti francesi: l’inchiesta sarebbe stata aperta ora e riguarderebbe presunti fatti avvenuti a Parigi. (Lettera43)

La notizia riportata su altre testate

Potremmo dire che tante partite si stanno giocando nel campo della geopolitica delle piattaforme digitali, con scenari da “guerra non lineare”, e l’affaire Telegram ne è la dimostrazione. (Il Dubbio)

Il fondatore di Telegram, Pavel Durov, è stato rilasciato dopo il fermo delle autorità francesi nell'ambito di una inchiesta sul crimine informatico contro ignoti. (WIRED Italia)

È attesa a breve una decisione dei magistrati francesi sul caso di Pavel Durov, detenuto, secondo i media francesi, presso l''Office national antifraude' di Ivry-sur-Seine, a sud di Parigi, in seguito al fermo di sabato, nel quadro di un procedimento penale a suo carico lo scorso 8 luglio in seguito a una indagine preliminare della Juridiction nationale de la lutte contre la criminalità organisée (Junalco) della procura di Parigi, una sezione creata solo nel 2020. (Adnkronos)

«Non so cosa Pavel Durov abbia fatto o non fatto, ma la sola constatazione che il governo di Mosca è impazzito a tal punto per il suo arresto, e che negli anni abbia lasciato sviluppare così tanto Telegram in Russia, è un potente segnale d'allarme». (il Giornale)

Viene rilasciato, ma è una libertà condizionata: dovrà rimanere nel Paese e presentarsi due volte a s… Lo ha comunicato ieri sera la procura di Parigi, allo scadere delle 96 ore in cui l’imprenditore fermato sabato sera all’aeroporto della capitale francese poteva essere trattenuto. (la Repubblica)

L’avvocato dell’associazione attaccata da «Repubblica»: «Articoli strumentali, esposti presentati prima delle donazioni. Nessuno ha “pagato” i familiari».«Sinceramente ci sfugge quale sia la notizia data da Repubblica e dove voglia andare a parare. (La Verità)