Salvini su Netanyahu dimentica che il suo lavoro è al servizio e non al di sopra dell’Italia
Parlo ergo sum. Ma cogito no, proprio no. Buona parte dei commenti all’ultima, inappropriata, dichiarazione di Salvini in merito alla condanna di Netanyahu per crimini contro l’umanità sottolinea proprio questi due principi: la necessità di parlare sempre (“Ma almeno stavolta non poteva chiudere quel forno?”, Giulia) e la difficoltà a pensare prima di farlo (“Grazie per farci sentire anche oggi più intelligenti”, Tommaso). (Il Fatto Quotidiano)
Ne parlano anche altri media
Il leader della Lega fa eco a Orbán e attacca: «È una scelta politica». Il premier ungherese: «Per Netanyahu qui garantisco la sicurezza» (Open)
Decisioni Corte penale internazionale su Netanyahu spaccano l’asse del governo Questo contenuto non è disponibile per via delle tue preferenze sui cookie (TV2000)
Un mandato di arresto è stato emesso anche per funzionari di Hamas, tra cui il leader Al-Masri, comunemente noto come Deif. La Camera preliminare I della Corte penale internazionale ha emesso oggi mandati di arresto per il premier israeliano Benyamin Netanyahu e l'ex ministro della Difesa Yoav Gallant con l'accusa di crimini di guerra e contro l'umanità nell'ambito del conflitto a Gaza. (Corriere della Sera)
Noi esamineremo e leggeremo le carte per capire quali sono le motivazioni che hanno portato la Corte ad adottare questa scelta, rispettiamo la Corte, la sosteniamo, ma siamo altresì convinti che la Corte svolge un ruolo giuridico e non politico”. (Agenzia askanews)
Prendiamoci del tempo per approfondire (post necessariamente non breve). Anche se pare che le decisioni mondiali vengano prese con un tweet, fare l'economia della complessità della realtà non aiuta a farsi un'opinione né a infilarsi in dibattiti che sono più grandi di noi per definizione. (L'HuffPost)