Rojava sotto tiro. E la questione ci riguarda
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Inverno 2014: si combatte a Kobane, con le difese curde schiacciate fra l’avanzata dell’Isis e il confine turco, pattugliato da militari compiacenti con i jihadisti. La Siria del dopo-Assad nasce anche nella Kobane che viene nuovamente assediata, dieci anni dopo la decisione di Obama, incalzato dall’opinione pubblica di mezzo mondo, di intervenire dalla parte di chi si mostrava capaci di resistere al dilagare di un terrore che pareva inarrestabile. (il manifesto)
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Mentre la tregua di quattro giorni tra le “Forze democratiche siriane” (SDF) e l'”Esercito Nazionale” sostenuto dalla Turchia attorno ad Ayn al-Arab (Kobane) volge al termine, ci sono segnali crescenti che la Turchia si stia preparando per operazioni militari su larga scala contro le SDF, con l’obiettivo di smantellare la sua presenza nella Siria nord-orientale. (Contropiano)
La tregua è stata estesa... Leggi tutta la notizia (Virgilio)
Il futuro della Siria post-Assad sembra passare per ora dalla Turchia, uno degli attori che più ha guadagnato dalla caduta del regime a Damasco a inizio mese, avendo una significativa presenza militare nel vicino meridionale e un rapporto di lungo corso con i ribelli che hanno preso il potere. (Euronews Italiano)
La situazione in Siria è evidentemente complessa, ci sono molti punti interrogativi e non è del tutto chiaro quali forze si stiano muovendo e come. Evin Swed è la co-presidente dell’Amministrazione autonoma democratica della Siria del Nord-Est (Daanes). (il manifesto)
Kalin ha poi girato per le strade di Damasco in auto, con Al-Julani alla guida. Il primo gesto concreto è stata la visita a Damasco del capo dei servizi segreti, Ibrahim Kalin, che ha incontrato Al-Julani, leader di Tahrir al-Sham, e il premier del governo di transizione, Al-Bashir. (il manifesto)
Difendere il Rojava, dalla Turchia e da Erdogan, oggi più che mai è la parola d’ordine. La sconfitta di Assad apre un nuovo capitolo della storia della Siria e quanto conquistato e costruito dai curdi nel nord est del Paese è oggi di nuovo in pericolo. (il manifesto)