Italia promossa dall'UE, Germania bocciata
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Accade anche questo: mentre gli alleati della maggioranza litigano sulla legge di stabilità e non riescono a trovare l’accordo, l’Italia in Europa è promossa per il rispetto delle regole del nuovo Patto di stabilità, insieme ad altri sette Paesi tra cui non figura la Germania, in crisi di governo e ormai avviata verso elezioni anticipate. L’Olanda, in altri tempi capofila del rigore e dei richiami ad altri membri dell’Unione, e la Francia stanno lì lì, perché non si conosce la sorte della manovra proposta dal primo ministro Barnier, appeso con il suo governo all’appoggio altalenante di Le Pen, che potrebbe farlo mancare da un momento all’altro.
La Commissione europea ritiene infatti che il Piano strutturale di bilancio a medio termine (Psb) dell'Italia soddisfi pienamente i requisiti del nuovo Patto di stabilità, mentre quello dei Paesi Bassi non li soddisfa, unico tra i 21 esaminati a non passare l'esame. L'esecutivo europeo sta ancora valutando il piano a medio termine dell'Ungheria, mentre «non pienamente in linea» sono stati giudicati i documenti contabili di Germania, Estonia, Finlandia e Irlanda (per la spesa) e di Lussemburgo, Malta e Portogallo (per la mancata riduzione dei sussidi energetici).
Alla loro prima applicazione le regole del nuovo Patto di stabilità europeo si stanno rivelando indigeste soprattutto per quei Paesi che più hanno spinto per introdurre rigide misure di controllo dei conti pubblici. Quel club di Stati che, giornalisticamente parlando, viene solitamente indicato come dei “falchi”. Conti pubblici, l’Ue promuove Italia e Francia. Olanda bocciata, male la Germania. Italia e Francia promosse. E i cosiddetti ‘frugali’, a partire dall’Olanda per proseguire con Germania, Finlandia e Austria, dietro la lavagna. Con Amsterdam addirittura ‘bocciata’ e gli altri rimandati. Le ‘pagelle’ della Commissione europea stavolta danno forma ad una sorta di testacoda: buonissime con chi ha deficit e debito alto, molto meno con i ‘falchi’. “Sono stati loro – ha commentato il commissario all’Economia uscente, Paolo Gentiloni – a volere queste regole”.