Referendum 2025, si vota l’8 e 9 giugno: i cinque quesiti su lavoro e cittadinanza
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Domenica 8 e lunedì 9 giugno 2025 gli italiani saranno chiamati alle urne per esprimersi su cinque referendum, tre dei quali riguardano il mondo del lavoro e due la cittadinanza. La convocazione ufficiale, stabilita con decreto del presidente della Repubblica e pubblicata in Gazzetta Ufficiale lo scorso 31 marzo, ha già attivato le amministrazioni locali, impegnate a garantire una corretta informazione e il regolare svolgimento delle operazioni di voto. A Manfredonia, ad esempio, il Comune ha diffuso i dettagli logistici: le urne resteranno aperte domenica dalle 7 alle 23 e lunedì dalle 7 alle 15, orari che potrebbero influire sull’affluenza, soprattutto per chi lavora fuori sede.
Proprio i fuorisede sono al centro di un appello lanciato dalla Cgil, promotrice dei quattro quesiti sul lavoro, e dal comitato guidato da Riccardo Magi, che sostiene quello sulla cittadinanza. Con la novità del voto per corrispondenza, valida solo per chi risiede all’estero, resta però critica la situazione degli studenti e dei lavoratori lontani dal comune di residenza, costretti a un’iscrizione tempestiva nelle liste elettorali per evitare l’esclusione. Un problema non marginale, considerando che la campagna referendaria – già fiacca – è stata ulteriormente ridimensionata dal lutto per la scomparsa di papa Bergoglio.
Intanto, in città come Ivrea, la discussione si è spostata sul piano istituzionale. Le liste di Laboratorio civico, Partito democratico e Viviamo Ivrea hanno presentato una mozione per impegnare sindaco e giunta a promuovere una capillare informazione, evitando che l’astensionismo – spesso fisiologico nei referendum – possa vanificare il risultato. Sebbene i temi sollevati dai cinque quesiti siano divisivi, la posta in gioco è alta: dalle tutele contrattuali ai criteri per l’acquisizione della cittadinanza, il voto potrebbe segnare una svolta legislativa.