Meloni, l’immigrazione illegale incide su violenza sulle donne

"Empowerment femminile e violenza sulle donne sono cose diverse. La violenza sulle donne è un tema che siamo al di là dal risolvere. Le cause vanno affrontate tutte quante. Ci sono dati che parlano di un'incidenza significativa dell'immigrazione illegale di massa. E l'Italia continuerà a lavorare per fermarla. Ci sono anche altre cause su cui lavoreremo". Lo ha la premier Giorgia Meloni in un punto stampa al margine del G20 a Rio de Janeiro (Espansione TV)

Su altri giornali

Un altro ministro, un’altra frase che ha creato scandalo nell’opinione pubblica, e portato alle richieste di dimissioni da parte delle opposizioni. Giorgia Meloni, però, non si scompone e da Rio de Janiero difende il titolare dell’Istruzione Giuseppe Valditara che in un videomessaggio inviato alla famiglia di Giulia Cecchettin, massacrata dal suo compagno, aveva collegato l’increm… (La Sentinella del Canavese)

Il riferimento è all’attacco rivolto dal tycoon americano (in procinto di entrare nella squadra di governo di Trump) ai giudici italiani per le decisioni sui migranti. «Tra le tante imprese che Musk» ha portato a casa c’è l’aver «costretto la sinistra a rivendicare» la sovranità nazionale. (Il Sole 24 ORE)

Ci sono dati che parlano di un’incidenza significativa dell’immigrazione illegale di massa. Le cause vanno affrontate tutte quante. (Il Fatto Quotidiano)

La fonte del ministro

Il presidente del Consiglio respinge così le "ricostruzioni surreali" lette sugli organi di stampa in merito al suo giudizio sulla governatrice dell'Umbria Donatella Tesei che "ha lavorato bene, l'ho sostenuta e - dice - lo rivendico". (il Giornale)

"Il tema della violenza sulle donne è un tema che siamo purtroppo di là da risolvere. Le cause di questa violenza che continua vanno affrontate tutte quante. Ci sono sicuramente dei dati che parlano anche di un'incidenza significativa dell'immigrazione illegale di massa su questa materia". (Tiscali Notizie)

Secondo una ricerca dell’università San Raffaele di Milano, diffusa ieri e condotta su 2 mila e 200 studenti delle scuole superiori, trentacinque ragazzi su cento non sono in grado di distinguere una notizia data da fonte affidabile da una data da fonte inaffidabile. (La Stampa)