Neonazi e comunisti: la storia non insegna
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Un largo successo dell'estrema destra in Germania è uno dei peggiori incubi per l'Europa dei nostri giorni, lì a ricordarci che la Storia purtroppo non insegna mai niente. Non è un caso che questo successo sia avvenuto nella Germania orientale, e in particolare in due delle sue regioni meno assimilate allo spirito occidentale della Federazione: in Turingia e in Sassonia come anche nel resto della defunta DDR, sia pure in misura un po' minore il voto per l'estrema destra ha gradualmente preso il posto di quello che andava agli eredi del partito comunista. (il Giornale)
Se ne è parlato anche su altre testate
I punti di contatto tra i due partiti non sono pochi: immigrazione, rapporto con la Nato e filo-putinismo sono i controversi elementi in comune tra Bsw e Afd. In più, la retorica euroscettica e nazionalista del partito Alternative fur Deutschland fa leva nella Germania che perde sempre più fiducia nel governo Scholz e nella coalizione formata da Spd, liberali e verdi. (EuropaToday)
Alice Weidel, leader di Alternative fur Deutschland, non ha paura di affrontare il tema della Dexit, l'uscita della Germania dalla Ue, che mantiene sul tavolo come opzione estrema, perché "non vogliamo distruggere cose, le vogliamo riformare". (L'HuffPost)
Ebbene anche la Germania, dopo Italia e Francia, ci fa vedere uno spostamento verso l’estrema destra del consenso popolare. Macron ha rinviato (per quanto?) il momento in cui essa arriverà al governo, sostanzialmente richiamando all’unità tutte le forze “democratiche” in nome dei valori antifascisti, e così sembra voler fare anche il cancelliere tedesco Scholz. (Il Fatto Quotidiano)
Le elezioni in Germania Il trionfo dell’estrema destra in Turingia e Sassonia, il de profundis per il cancelliere Scholz. L’Unità ne discute con Angelo Bolaffi. Filosofo della politica e germanista, dal 2007 al 2011 è stato direttore dell’Istituto di cultura italiana a Berlino. (L'Unità)
La soddisfazione della Lega per l’affermazione di AfD, gruppo criptonazista e apertamente filorusso, non riflette solo la sconfitta dei socialdemocratici a opera di estremismi di destra e di sinistra: certifica la crisi di una coalizione europeista e atlantista. (Corriere della Sera)