Le parole di Zoran da Aleppo (di L. Cecchi)
Negli ultimi giorni Aleppo è stata travolta da un’ennesima ondata di violenza e oppressione. Le fazioni estremiste legate ad Al-Qaeda, armate e sostenute dalla Turchia, hanno preso il controllo della città e delle campagne circostanti, segnando un nuovo capitolo nella progressiva occupazione turca del nord della Siria. Questa mossa, che viola apertamente gli accordi di Astana, non è solo un attacco alla sovranità siriana, ma anche un colpo alla speranza di milioni di civili intrappolati in un conflitto senza fine. (L'HuffPost)
Ne parlano anche altri media
È ripartita l’offensiva dei ribelli contro il regime di Bashar al Assad. (ilmattino.it)
Sono gli ultimi giorni di dicembre 2016 e Damasco è fredda, forse più del solito. Perché qui, in quello che rimane della capitale, non importa a quale religione tu appartenga. (il Giornale)
Lo ha dichiarato il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu, in seduta speciale con il governo nella città del nord di Nahariya, al confine con il Libano. . (Tiscali Notizie)
Dopo la ritirata dell’Esercito arabo siriano dalla regione di Aleppo, le Forze della Siria Democratica (Sdf) hanno inviato ingenti rinforzi nei quartieri Ashrafieh e Sheikh Maqsoud della città, parte dell’Amministrazione autonoma democratica della Siria del nord est (Daanes), seppur geograficamente divisi dal resto del territorio autonomo. (il manifesto)
Nelle prime ore della notte, due villaggi del sud del Libano sono stati bersagliati dai raid israeliani. Le autorità sanitarie libanesi hanno confermato l’ampiezza della tragedia, sottolineando l’intensità degli attacchi che non hanno risparmiato neanche le aree residenziali. (Ultima Voce)
È venuto alla luce senza amore perché nessuno dei due genitori era convinto di volerlo. Ha fermato i bombardamenti su Beirut, chiuso l’incubo dei droni israeliani su tutto il Paese, fermato i razzi di Hezbollah sul nord dello Stato ebraico, ma non è riuscito a mettere le armi a tacere. (Corriere della Sera)