Cristina Mazzotti, il processo dopo 49 anni: rapita, un tubicino di plastica per respirare, morta di stenti e sepolta in discarica
Articolo Precedente
Articolo Successivo
Eupilio (Como) – Per 27 giorni, Cristina Mazzotti fu tenuta prigioniera in una buca scavata nel terreno della cascina Padreterno, nei pressi di Castelletto Ticino. Distesa in una fossa lunga due metri e mezzo e larga un metro e 65 centimetri, meno di un metro e mezzo di profondità, dove l’aria le arrivava grazie a un tubicino di plastica di cinque centimetri di diametro. Era il mese di luglio del 1975, e per resistere a queste condizioni, quella ragazza di soli 18 anni, veniva continuamente sedata dai suoi carcerieri, che erano arrivati a somministrarle fino a 200 gocce di Valium al giorno, assieme a numerosi altri farmaci, oltre a qualche yogurt, latte e frutta per alimentarsi. (IL GIORNO)
La notizia riportata su altri giornali
A distanza di decenni un’impronta digitale come centinaia di altre raccolte negli uffici della Scientifica di Roma, impressa sul parabrezza della Mini Minor da cui venne prelevata la ragazza, è stata attr… NOVARA. (La Stampa)
A oltre 49 anni di distanza, domani in Corte di Assise a Como si riapre il processo sul sequestro e l'omicidio di Cristina Mazzotti, la diciottenne rapita a Eupilio (Como) il primo luglio 1975 mentre rientrava a casa da una festa con amici, morta durante la detenzione 25 giorni più tardi e il cui corpo fu abbandonato in una discarica di Galliate (Novara), dove fu trovato il primo settembre di quell'anno. (ilmessaggero.it)
I principali accusati sono tre narcos ormai in età avanzata: le nuove indagini, riaperte grazie a una sentenza della Cassazione del 2015, hanno portato a ulteriori sviluppi. (Virgilio Notizie)
Il caso di Cristina Mazzotti, rapita per il riscatto e morta nelle mani dei sequestratori, torna nelle aule di giustizia, domani davanti alla Corte d’Assise di Como. E fra i quattro nuovi imputati c’è anche il novarese Demetrio Latella, 68 anni da decenni residente in provincia: è ritenuto il guidatore dell’auto che il 1° luglio 1975 prelev… (La Stampa)
ANSA (Avvenire)
La ricerca della verità dopo quasi mezzo secolo. Una banda di calabresi legati alla 'ndrangheta, con nomi di primo piano dei clan della Locride, per la quale mercoledì 25 settembre - a 49 anni dai fatti - si aprirà il processo davanti alla Corte d'Assise di Como. (Corriere Milano)