Neonata uccisa dalla mamma, parla la vicina psicologa: «Donne lasciate sole dalle istituzioni»
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«Una donna su 5 ha un disturbo mentale in gravidanza o nel post partum» esordisce Eliana Bruna, psicoterapeuta che abita a poche centinaia di metri dalla casa del delitto di Nole. La dottoressa Bruna si occupa proprio di psicologia perinatale e lancia l’allarme sui disturbi che soffrono le mamme, come quello che avrebbe spinto Carola Finatti ad affogare la piccola Perla, la sua bimba di soli 10 mesi: «Tante hanno paure sul loro ruolo materno e subiscono la pressione a livello culturale». (Torino Cronaca)
La notizia riportata su altri media
Come spiega il ministero della Salute, la depressione post partum “colpisce, con diversi livelli di gravità, dal 7 al 12% delle neomamme ed esordisce generalmente tra la 6ª e la 12ª settimana dopo la nascita del figlio, con episodi che durano tipicamente da 2 a 6 mesi. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Accanto a lei c’era la madre che l’avrebbe annegata per poi tentare di uccidersi ma non l’ha fatto, Una donna che aveva già manifestato problemi psichici ed era seguita da uno psicologo. Una bambina di 10 mesi è stata trovata morta oggi nel bagno di casa a Nole Canavese, in provincia di Torino. (la Repubblica)
È arrivata in ospedale nelle prime ore del pomeriggio, trasportata in elisoccorso da Nole Canavese. All’esterno, l’area è stata presidiata, dal primo pomeriggio, dai Cara… (La Repubblica)
La donna che avrebbe ucciso la figlia ha poi tentato il suicidio e si trova ora in prognosi riservata all'ospedale Molinette di Torino. Una donna è accusata di avere affogato, uccidendola, la figlia di dieci mesi oggi a Nole, nel Torinese. (Tuttosport)
Si chiama Carola Finatti la donna che ha ucciso la figlia Perla di dieci mesi a Nole Canavese in provincia di Torino. Soffriva di depressione post partum. E ieri aveva in programma una nuova visita dalla psicoterapeuta. (Open)
La scena che si è presentata davanti agli occhi del marito, Antonio, al suo rientro anticipato dal lavoro ieri mattina, poco dopo le 12.30, è stata di una drammaticità inimmaginabile. (Giornale La Voce)