Papa Francesco, così normale da essere speciale

Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
INTERNO

Quello che ha lasciato Jorge Mario Bergoglio, oltre a un pontificato lungo dodici anni, è un’eredità fatta di gesti concreti, scelte anticonformiste e una rivoluzione silenziosa nelle stanze più opache del Vaticano. Se il suo essere il primo Papa sudamericano e gesuita aveva già segnato una discontinuità, è stato il suo approccio alla governance – tanto spirituale quanto finanziaria – a rendere il suo mandato unico.

Le reti Mediaset gli hanno dedicato uno speciale, Papa Francesco, così normale da essere straordinario, curato da Toni Capuozzo e trasmesso in simulcast su Italia 1, Retequattro e TgCom24. Un racconto che, attraverso le testimonianze di monsignor Vincenzo Paglia, dei cardinali Marcello Semeraro e Luis Antonio Tagle, e gli aneddoti del vaticanista Fabio Marchese Ragona, ha ricostruito il profilo di un Pontefice capace di coniugare umiltà e determinazione.

Tra le sue sfide più audaci, quella di riformare le finanze vaticane, un labirinto di opacità che per decenni aveva resistito a ogni tentativo di trasparenza. Francesco ha affrontato senza remore un sistema in cui, come ebbe a dire lui stesso, operavano «mercanti nel tempio», avviando un processo di riordino che ha coinvolto non solo l’Istituto per le Opere di Religione, ma l’intera macchina amministrativa. Un lavoro complesso, portato avanti con pragmatismo, che ha richiesto il coraggio di sfidare equilibri consolidati.

Ma ciò che più ha colpito, al di là delle riforme, è stato il suo stile: la scelta di vivere a Santa Marta invece che nel Palazzo Apostolico, l’auto blu sostituita da un’utilitaria, gli occhiali acquistati in negozio come chiunque. Gesti semplici, che però hanno parlato più di mille discorsi. E poi le immagini che restano: la visita a Lampedusa, prima tappa del suo pontificato, dedicata ai migranti; l’abbraccio con Benedetto XVI pochi giorni dopo l’elezione; la preghiera in una piazza San Pietro vuota durante la pandemia; gli storici incontri con il patriarca Kirill a Cuba e con l’imam di Al-Azhar ad Abu Dhabi