Web tax, l’emendamento di FI per escludere editori, radio e tv

Esentare dalla web tax “la concessionaria del servizio pubblico, i fornitori di servizi di media audiovisivi e radiofonici e i concessionari radiofonici soggetti alla giurisdizione italiana e gli editori di testate giornalistiche online registrate presso il Tribunale di competenza”. A proporlo Forza Italia, in un emendamento alla manovra di Bilancio, intervenendo sulla norma che nelle scorse settimane aveva povocato preoccupazione e disappunto tra gli editori. (Key4biz.it)

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Esentare dalla web tax “la concessionaria del servizio pubblico, i fornitori di servizi di media audiovisivi e radiofonici e i concessionari radiofonici soggetti alla giurisdizione italiana e gli editori di testate giornalistiche online registrate presso il Tribunale di competenza”. (Primaonline)

Il comma 1 dell’articolo 4 della bozza di Legge di bilancio 2025, modificando il comma 36 dell’articolo 1 della Legge 145/2018, apporta una modifica sostanziale alla normativa vigente, eliminando il limite di ricavi all’applicazione della web tax, la quale, così, diviene un’imposta sui ricavi a cui… (Fiscal Focus)

Niente web tax per radio, tv e testate giornalistiche online. La proposta di esenzione dalla tassa è stata presentata oggi in Parlamento da Forza Italia. Forti erano state nelle scorse settimane le proteste dal mondo dell’editoria per il possibile impatto dell’imposta prevista in manovra. (Open)

Niente web tax per radio, tv e testate online

Tassarle tutte per colpirne poche (e straniere). Sembra essere questa la logica dietro l'estensione della web tax anche alle piccole e medie imprese italiane messa nero su bianco nella manovra. (Today.it)

In questi giorni circola la notizia della nuova tassa sul web che sta destando preoccupazione tra gli italiani, su cui bisogna fare chiarezza. (MisterGadget.Tech)

Questa imposta, inizialmente concepita per colpire le grandi multinazionali digitali con fatturato superiore a 750 milioni di euro, verrebbe così applicata solo alle imprese tecnologiche e ai giganti del digitale, escludendo i media tradizionali e le testate giornalistiche online che operano sul mercato italiano. (il Giornale)