Caso Verzeni, Salvini: "La nazionalità dell'omicida di Sharon è un dato di cronaca"
"Mando un abbraccio alla famiglia e agli amici di lei e una preghiera per lei, che poi a sinistra diventino isterici per un fatto di cronaca drammatico, che un cittadino italiano di origine africana abbia accoltellato senza motivo, uccidendola, una ragazza italiana per strada, è ahimè un tragico fatto. Non c'è una connotazione razziale, è un dato di cronaca". Lo ha detto il vicepremier e ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti, Matteo Salvini, parlando dell'omicida reo confesso di Sharon Verzeni, a margine del taglio del nastro della kermesse "Fuori Gp", a Biassono (Monza). (La Repubblica)
Se ne è parlato anche su altri media
Ma non ci sentiamo degli eroi, testimoniando abbiamo semplicemente fatto ciò che era giusto, il nostro dovere di cittadini». «Poco prima del fermo di Sangare l’abbiamo visto nella caserma dei carabinieri di Bergamo. (L'Eco di Bergamo)
Un mese dopo, quell’unico indizio si è arricchito di particolari fondamentali per il fermo del presunto killer, reo confesso, il trentenne Moussa Sangare, nato in Italia da genitori del Mali e residente a Suisio, paese a pochi chilometri da Terno. (Luce)
Terno d'Isola (Bergamo) – Nella conferenza stampa alla procura di Bergamo, quando è stato annunciato il fermo di Moussa Sangare per l'omicidio di Sharon Verzeni, ha ricevuto un pubblica lode, insieme con l'amico che era con lui, per il senso civico dimostrato. (IL GIORNO)
L'assassino di Sharon Verzeni si chiama Moussa Sangare. Risparmiateci ogni incursione politica. Poteva essere italiano, straniero o marziano il presunto autore di un delitto per caso, così inaccettabile, così doloroso, così amaro. (Start Magazine)
Non poteva essere altrimenti, che la classe politica e i suoi accoliti non strumentalizzassero l'omicidio di Sharon Verzeni. La donna, 33 anni, era stata uccisa la notte del 30 luglio a coltellate a Terno d’Isola -Bergamo-. (Tp24)
E non tanto per le origini di Sangare, che è a tutti gli effetti un cittadino italiano, quanto per il ruolo che hanno avuto, nella vicenda e soprattutto nelle indagini, i due ragazzi marocchini che, con la loro testimonianza, hanno concorso a dare man forte alle indagini e a dare un nome e un volto all'assassino di Sharon. (BergamoNews.it)