Debito pubblico sempre più pesante: ormai sfiora i tremila miliardi

Debito pubblico: con l’aumento a maggio di 13,3 miliardi di euro rispetto al mese precedente, siamo arrivati a quota 2.918,9 miliardi. Da inizio 2024 il debito è cresciuto di 70,2 miliardi. E questo trend, che pare inarrestabile, renderà più complicate le prossime manovre economiche del Governo Meloni. Stiamo parlando dei soldi che lo Stato italiano chiede in prestito per finanziare la spesa pubblica e gli investimenti, con l’emissione di titoli come Bot, Cct e così via. (il mio giornale)

Su altri media

Il debito pubblico italiano continua la sua ascesa inarrestabile, raggiungendo a maggio 2024 il nuovo record storico di 2.918,9 miliardi di euro. L'aumento - spiega l'istituto di via Nazionale guidato da Fabio Panetta - è dovuto al fabbisogno delle amministrazioni pubbliche (11,5 miliardi) e all'effetto degli scarti e dei premi all'emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all'inflazione e della variazione dei tassi di cambio (2,1 miliardi). (ROMA on line)

Se vuoi aggiornamenti su Dati Bilancio Italia inserisci la tua email nel box qui sotto: Iscriviti Compilando il presente form acconsento a ricevere le informazioni relative ai servizi di cui alla presente pagina ai sensi dell'informativa sulla privacy. (Borse.it)

Oggi leggerete sui giornali titoli come “Debito pubblico sfiora i 3.000 miliardi”, seguito da preoccupazioni varie assortite sul “fardello sulle spalle delle prossime generazioni” oppure su quanti ospedali potremmo costruire se non avessimo da pagare gli interessi su quel debito. (Start Magazine)

Debito pubblico: i dati di Bankitalia

Il debito pubblico cresce ancora 15 luglio 2024 (Il Sole 24 ORE)

Il debito pubblico italiano segna l’ennesimo record: a maggio tocca quota 2.918,9 miliardi di euro, in crescita di 13,3 miliardi rispetto al mese precedente e di 99 miliardi rispetto allo scorso anno. (Sky Tg24 )

Un aumento, in pratica, che è dovuto al fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche (11,5 miliardi) e all’effetto degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione dei tassi di cambio (2,1 miliardi). (L'Opinione delle Libertà)