Urne sempre più vuote. Elettorato diviso in tre. Ormai votano solo i ’tifosi’
– Se è vero che tre indizi fanno una prova, Emilia-Romagna, Umbria e Liguria (insieme alle elezioni europee) ci consegnano il quadro di un Paese in cui la partecipazione alla vita politica è in crollo verticale. Ma è davvero così? Dipende da quanto lungo e largo orientiamo il nostro sguardo. Certo, i numeri dicono che le elezioni regionali svolte nel 2024, nel loro complesso, hanno evidenziato un significativo calo della partecipazione elettorale rispetto a quella registrata alle elezioni precedenti. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
La notizia riportata su altri media
"Il nemico comune in questo momento è l’astensionismo", ha avvertito l’altra sera Roberto Visani, presidente del Consiglio comunale, rivolgendosi in apertura di seduta ai gruppi di maggioranza e opposizione e in particolare ai quattro candidati presenti nell’Aula di piazza Matteotti: il vicesindaco Fabrizio Castellari (eletto) e i consiglieri comunali Nicolas Vacchi, Daniele Marchetti e Filippo Samachini. (il Resto del Carlino)
La vera sensazione che esce da queste elezioni regionali è che i due partiti principali si stanno mangiando gli alleati. In Umbria ed Emilia Romagna vince il centrosinistra e la Meloni per spegnere polemiche e trionfi di giornata chiama con grande fair play e furbizia i vincitori. (Quotidiano di Sicilia)
«L’unica fase nella quale è apparso che la Regione potesse essere contendibile è stata nel 2019-2020 — spiega il professor Salvatore Vassallo, direttore del Cattaneo — fase caratterizzata dal grande successo della Lega “salviniana”, che aveva incorporato anche un po’ di elettori 5 Stelle e altro elettorato poi disperso, oltre ad essere defluito in Fratelli d’Italia. (Corriere della Sera)
Che cosa non ha funzionato allora e cosa bisogna aspettarsi dalle prossime regionali del 2025? Ne abbiamo parlato con Salvatore Vassallo, direttore dell'Istituto Cattaneo, che ha analizzato i flussi elettorali. (Fanpage.it)
Si convive con rappresentanti istituzionali insediati da una minoranza degnatasi di presentarsi al proprio seggio con certificato elettorale e documento di identità. Prendiamo atto che gli elettori - di ogni ceto, orientamento e area geografica - non sono più interessati a scegliersi i propri rappresentanti, dal Parlamento ai Comuni più piccoli. (il Giornale)
In Emilia Romagna ha votato il 46,4% degli aventi diritto, in Umbria il 52,3%. Sono dati che confermano la tendenza ormai in atto. Ormai la “politica” deve fare i conti solo con metà della società, l’altra metà l’ha liquidata come opzione non meritoria di attenzione né di voto. (Contropiano)