SIRIA VICINA AL COLLASSO? EQUILIBRI MEDIORIENTALI A RISCHIO
I noti eventi del 7 ottobre 2023 in Israele stanno ridefinendo gli equilibri mediorientali. Conflitti, vecchi e nuovi, si intrecciano pericolosamente in uno scacchiere che rischia di esplodere. I fronti di guerra, aperti da Tel Aviv, travolgono l’Iraq, lo Yemen, l’Iran, la Siria, Gaza e il Libano. La complessità della situazione è determinata pure dalla presenza di attori non statali come la milizia filo-turca Hayat Tahrir al-Sham (Organizzazione per la liberazione del Levante)identificata, dall’ Onu e da Washington, come realtà terroristica composta da individui provenienti da al- Qaeda. (ByoBlu)
La notizia riportata su altri media
«Sono pronto per un cessate il fuoco in qualsiasi momento» ha dichiarato, ribadendo tuttavia che non accetterà la fine della guerra come invece chiede Hamas. (La Stampa)
"Gli aerei da guerra israeliani hanno preso di mira per la prima volta il valico di Al-Arida nella provincia di Tartus e i valichi di Dabussiyeh e Jussiyeh nella provincia di Homs", ha affermato l'Osservatorio siriano per i diritti umani, segnalando che "due membri delle forze del regime sono stati uccisi" a Dabussiyeh. (La Gazzetta del Mezzogiorno)
La pressione sull'Iran è aumentata in modo esponenziale quando il conflitto latente tra Hezbollah e Israele è esploso in guerra e poi a ottobre Israele ha attaccato l'Iran con raid contro obiettivi militari (Adnkronos)
«Arriveranno così tanti siriani che affonderemo tutti, il nostro Paese economicamente è collassato, non è in grado di sopportare un’altra crisi sfollati dopo un anno di guerra con Israele». Per adesso stanno rientrando s… (la Repubblica)
Di fronte alla fulminea accelerazione della guerra civile in Siria, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ieri ha evocato «il rischio di un collasso migratorio». L’Europa teme un altro “ritorno della storia”. (Liberoquotidiano.it)
In pubblico i responsabili iraniani – alleati del leader siriano Bashar al-Assad – hanno descritto lo stop alle ostilità tra Israele e Hezbollah, solo mercoledì scorso, come una vittoria per il loro alleato, una dimostrazione della sua forza, ma dietro le quinte – scrive il Washington Post citando fonti diplomatiche della regione e occidentali – hanno lavorato silenziosamente per un cessate il fuoco, una tacita ammissione dei danni inflitti da Israele a un gruppo cruciale per la strategia della deterrenza di Teheran, ma con una leadership decimata da Israele e con i sostenitori che fanno i conti con città e località distrutte. (CremonaOggi)