Israele in guerra, le notizie di oggi dopo la morte di Sinwar

Più informazioni:
Ucraina Guerra tra Gaza e Israele

Il premier: “Alleati dell’Iran hanno tentato di uccidermi, un grave errore”. Blinken martedì in Israele. I ministri della Difesa al G7 di Napoli: “Preoccupazione per le minacce all’Unifil”. Un drone proveniente dal Libano ha colpito la città costiera di Cesarea e secondo i media l’obiettivo era la residenza di Netanyahu. E una fonte israeliana ai media conferma: “L’Iran voleva uccidere il premier”. (la Repubblica)

Ne parlano anche altri media

Israele afferma che ieri sono stati lanciati circa 200 razzi da Hezbollah dal Libano, dove Israele ha lanciato un'offensiva di terra contro il movimento islamista filo-iraniano nel sud del Paese. (Corriere della Sera)

La minaccia di Netanyahu Un drone ha colpito la casa di Netanyahu a Cesarea, a metà strada tra Tel Aviv e Haifa in Israele. Non ci sono state vittime né feriti, ma la portata simbolica dell’evento è enorme: è la prima volta che Hezbollah rappresenta una minaccia concreta per la vita del primo ministro israeliano e della sua famiglia. (Virgilio Notizie)

Mentre due sono stati intercettati, uno è riuscito a bucare la difesa dello Stato ebraico e ha colpito la residenza del primo ministro Benjamin Netanyahu a Cesarea. Tre droni sono stati lanciati dal Libano in direzione di Israele (Il Fatto Quotidiano)

Drone lanciato sulla residenza di Netanyahu a Cesarea: i cinque punti dell'attacco quasi riuscito

Un rischio maggiore nel caso le milizie sciite dovessero impiegare un altissimo numero di «mezzi». (Corriere della Sera)

C’è stato un colloquio telefonico tra Benjamin Netanyahu e Donald Trump, dopo che la casa del premier israeliano è stata colpita da un drone partito dal Libano. Lo scrive il Times of Israel, aggiungendo che il numero uno di Tel Aviv ha parlato anche con il presidente della Camera degli Stati Uniti, Mike Johnson. (Open)

Non tutto è ancora chiaro, ma è già evidente il valore politico del raid. Israele e Iran si sono tolti i guanti: niente più colpi «telefonati», niente più «cortesie» per evitare vittime civili, niente più linee rosse. (Corriere della Sera)