I risultati delle elezioni negli Stati Uniti

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Donald Trump ha vinto le elezioni presidenziali negli Stati Uniti: alle ore 9 di mercoledì mattina il vantaggio dell’ex presidente sulla candidata democratica Kamala Harris è ormai incolmabile. Nel corso della nottata, più è andato avanti lo scrutinio, più sono aumentate le probabilità di rielezione di Trump, ora diventata certa. I media statunitensi hanno già assegnato al candidato repubblicano la vittoria in tre dei sette Stati in bilico, che insieme alla vittoria in Alaska (data per certa) gli hanno permesso di arrivare a 270 “grandi elettori”, la metà più uno dei 538 “grandi elettori”, la soglia necessaria per essere eletto presidente. (Pagella Politica)

Su altri media

L'arcobalenica Kamala Harris è stata pesantemente sconfitta, contro ogni aspettativa: si pensava infatti che le elezioni vedessero un testa a testa tra i due concorrenti e, invece, abbiamo assistito a un trionfo totale di Trump. (Il Giornale d'Italia)

Poco dopo Donald Trump è salito sul palco del convention center di Palm Beach in Florida attorniato da tutta la famiglia, il vicepresidente Vance e dai maggiorenti del partito, subissato dai cori di U-S-A. (il manifesto)

Ha vinto Trump a valanga, avremo quindi come futuro “padrone del mondo” un uomo che era stato “benedetto” da un vescovo cattolico, scismatico addirittura scomunicato, l’ex nunzio negli Usa, Carlo Maria Viganò. (L'HuffPost)

«Vi spiego perché, nonostante la vittoria, Trump non sarà il futuro degli USA, mentre Vance sì»

Da Elon Musk a Cardi B, emozioni contrastanti tra le star delle musica, dello spettacolo e di internet che stanno commentando in queste ore la vittoria del tycoon Donald Trumpha superato la soglia dei 270 grandi elettorinecessari per essere eletti alla presidenza. (Euronews Italiano)

Oggi il mondo si chiede soprattutto questo: cosa accadrà in Medio Oriente e in Ucraina? “Metterò fine alla guerra in 24 ore”, era stato uno dei tormentoni della campagna elettorale del tycoon, promessa rivolta a Kiev. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

«Trump è un suprematista e non rappresenta il futuro degli Stati Uniti. Il futuro è il suo vice, J.D. Vance, che ha spostato una indiana e può rappresentare un’America multietnica». Nelle ore in cui si attende la conferma definitiva della vittoria di Donald Trump, destinato a tornare alla Casa Bianca, StartupItalia ha intervistato Marco Sioli, professore di Storia dell’America del Nord all’Università degli Studi di Milano. (StartupItalia)