L’ira di Meloni: «Istituzioni contro di noi»

Ansa «Come proseguiremo con l’applicazione del Protocollo con l’Albania, se si rischia una caterva di altre decisioni del genere? Se davvero vogliamo portare lì 36mila migranti in un anno, servono correttivi. E alla svelta». È l’abbozzo di una tempestiva contromossa, quello che a mezza voce da ieri pomeriggio circola nelle stanze del governo. Già perché ormai una spada di Damocle pende su quella strategia - l’esternalizzazione dei centri per migranti in un Paese extra Ue - su cui la premier Giorgia Meloni e l’esecutivo hanno investito molto, sul piano economico e ancor di più su quello dell’immagine politica, interna ed europea. (Avvenire)

La notizia riportata su altri media

I richiedenti asilo egiziani e bangladini erano stati trattenuti all’interno del centro italiano di permanenza per il rimpatrio di Gjader in Albania, dove erano stati portati a bordo della nave Libra della Marina militare, dopo essere stati soccorsi nella notte del 13 ottobre dalla Guardia di finanza nelle acque internazionali della zona Sar italiana. (ilmessaggero.it)

L'accordo con l'Albania è illegale. "Lo avevamo detto, perché noi leggiamo le leggi. (Tiscali Notizie)

Meloni: «Noi un modello». Ma Sanchez e Scholz attaccano Roma Migranti trasferiti in Albania Il provvedimento era stato disposto per i dodici stranieri dalla questura di Roma il 17 ottobre scorso, i quali fanno parte dei 16 migranti (dieci provenienti dal Bangladesh e 6 dall'Egitto) trasportati in Albania al Cpr di Gjader dalla nave Libra della Marina militare italiana. (ilgazzettino.it)

Albania, governo senza poteri. Siamo un Paese fondato sulle toghe

La preoccupazione che qualcosa potesse andare storto era palpabile già durante la visita alle strutture ancora vuote concessa ai giornalisti qualche giorno fa. «Quelle persone scappavano da Paesi non sicuri, bisogna riportarle in Italia» hanno sentenziato ieri i giudici di Roma provocando una bufera politica, tra l’ira del governo e il sollievo dell’opposizione. (Corriere della Sera)

Gli stati di provenienza dei richiedenti asilo non possono essere riconosciuti come ‘Paesi sicuri’, con la conseguenza dell’inapplicabilità della procedura di frontiera e del trasferimento al di fuori del territorio albanese delle persone migranti (Milano Finanza)

La domanda che occorre porsi è: a chi tocca impostare le politiche migratorie? A chi spetta decidere chi può varcare i confini dello Stato, pur rispettando tutti i diritti dell’uomo di questo mondo? La risposta logica sarebbe: allo Stato, cioè al governo, che se ci sono due cose di cui dovrebbe occuparsi – invece di tartassare il cittadino con la burocrazia – sono proprio la gestione delle frontiere e la sicurezza interna. (Nicola Porro)