Piani di guerra in chat, l’ammissione di Waltz (con complotto annesso): «Ho sbagliato io. Ma il giornalista è riuscito a inserirsi»
Il consigliere di Trump dice che chiederà aiuto a Elon Musk «per capire cos'è successo». Trump: «Goldberg è un pazzo e nessuno legge The Atlantic» Il caso della chat su Signal con i piani di guerra contro gli Houthi nello Yemen condivisa dall’amministrazione di Donald Trump con il direttore di The Atlantic Jeffrey Goldberg fa una vittima. Mike Waltz si è assunto la responsabilità di aver inserito il direttore di The Atlantic nella chat riservata del Pentagono sugli attacchi agli Houthi. (Open)
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Mike Waltz, il consigliere per la sicurezza nazionale americana al centro dello scandalo per la chat pubblica dove si sono discussi dati sensibili degli attacchi statunitensi in Yemen, si è assunto ogni colpa per il caos scoppiato dopo che un giornalista, il caporedattore di The Atlantic Jeffrey Goldberg, è stato inserito per errore in un gruppo sull’app di messaggistica Signal da lui creato. (RSI Radiotelevisione svizzera)
"Veramente volete che risponda? Credo siano stati dei parassiti". Così il presidente Usa ha risposto alla domanda se fosse d'accordo con le parole del vicepresidente JD Vance riguardo agli europei "parassiti", espresse nella chat su Signal al centro dello scandalo esploso ieri. (il Giornale)
– Mike Waltz si assume la "piena responsabilità" di aver aggiunto per errore un giornalista nella chat di gruppo in cui vertici dell'amministrazione americana discutevano di imminenti attacchi nello Yemen (QUOTIDIANO NAZIONALE)
The Atlantic ha pubblicato gli scr… (L'HuffPost)
Il consigliere per la Sicurezza Usa Mike Waltz si è assunto la responsabilità di aver inserito il direttore dell'Atlantic Jeffrey Goldberg nella chat riservata del Pentagono sugli attacchi agli Houthi del 15 marzo. (Corriere della Sera)
Il direttore di The Atlantic, Jeffrey Goldberg, ha pubblicato sul magazine «i piani di guerra» della chat del Pentagono dove era stato invitato per errore. Una decisione, spiega, dopo che Donald Trump, il segretario alla Difesa e i vertici dell'intelligence hanno sostenuto ieri che nella chat non c'erano piani di guerra o materiale classificato. (La Stampa)