Sorrentino e Parthenope senza Poesia e senza Storia
Il film di Paolo Sorrentino Parthenope è un atto d’amore per Napoli, in quanto tale lodevole e benvenuto. Racconta la città nei suoi anni Settanta e conclude sull’oggi, sul ritorno a Napoli di Parthenope, la protagonista del film, finita a insegnare antropologia nell’università di Trento. Gli anni Settanta napoletani Sorrentino li ha visti da bambino, essendo nato proprio nel ‘70. E non mi sembra che si sia molto documentato su un decennio che, per chi l’ha vissuto con qualche intensità, è stato uno dei più belli dello scorso secolo, per la città. (Corriere della Sera)
Se ne è parlato anche su altri giornali
A Napoli come a Bari e nelle città costiere, “questo elemento… Il mare è sempre più al centro del racconto cinematografico di Paolo Sorrentino. (La Repubblica)
A quattro anni da È stata la mano di Dio, torna al Bellinzona un film di Paolo Sorrentino: è Parthenope– spiegano dal cinema –, film enigmatico, di difficile collocazione, ma sintetizzabile in una delle sue prime battute: "La certezza della realtà ci fa sbiadire". (il Resto del Carlino)
Partenza dal Sirena (spiaggia delle Monache) passando per Villa Rivelli, per poi fare tappa a San Pietro ai Due Frati, la grotta romana, la Grotta di Villa d’Abro di “È stata la mano di Dio” per approdare alla spiaggia di Villa Lauro, i tanti luoghi di “Parthenope”. (Agenzia askanews)
L’Arcidiocesi di Napoli tace. Anzi, dalle colonne della cronaca locale di un quotidiano nazionale, giunge persino la reprimenda dell’Abate della Cappella del Tesoro di San Gennaro, monsignor Vincenzo De Gregorio, ai sacerdoti che parlano del film oltraggioso nei confronti del miracolo di San Gennaro e della fede dei napoletani nel loro patrono. (ROMA on line)
Invece vorrei dire qualcosa sull’articolo che Goffredo Fofi ha pubblicato proprio sul Corriere del Mezzogiorno a commento di quel film. Fofi scrive che l’opera nuova di Sorrentino, pur deliberatamente rievocatrice, è «superficiale storicamente e proprio antropologicamente», perché descrive gli anni Settanta nella nostra città come in un vuoto pneumatico, astratti cioè dal contesto di produzione musicale, teatrale cinematografica, fotografica e persino letteraria «di grande sostanza» che li caratterizzò. (Corriere della Sera)
LECCE – Una serata all’insegna di bei sentimenti e tanto amore per il cinema: questo lo scenario a cui hanno potuto assistere gli spettatori che ieri sono venuti in massa al Multisala Massimo di Lecce per il dialogo con il regista premio Oscar Paolo Sorrentino (TeleRama News)