La mancata riforma della cittadinanza italiana
La legge sulla cittadinanza in Italia risale al 1992, quest’estate il tema è tornato d’attualità e si stanno raccogliendo le firme per un referendum propositivo (entro il 30 settembre). Il dibattito politico è invece ancora schiacciato sulla confusione tra status giuridico e pretesa “italianità”, un concetto molto pericoloso. Una legge vecchia, e un dibattito fuorviante La legge che regola l’acquisizione della cittadinanza italiana risale all’ormai lontano 1992: fu concepita e approvata in un periodo in cui i flussi migratori dall’estero erano relativamente contenuti, e in cui questioni che negli ultimi anni hanno acquisito grande rilevanza – come quella dei figli di stranieri nati sul suolo italiano, ma non riconosciuti come cittadini italiani – non erano ancora oggetto di un ampio dibattito pubblico. (sbilanciamoci.info)
Su altri media
"In un solo giorno più di 50.000 firme per il Referendum Cittadinanza: siamo oltre 150mila e serve nei prossimi giorni lo sforzo di tutti per raggiungere quota 500mila. (Tiscali Notizie)
Ne avremo un assaggio tra pochi mesi e promette di ripetersi per anni. Prepariamoci al nuovo rito politico di primavera: i referendum. (Liberoquotidiano.it)
Il sindaco di Verona Damiano Tommasi ha sottoscritto il referendum sulla cittadinanza a cinque anni anziché dieci lanciato da +Europa e da una serie di associazioni. (Daily Verona Network)
Questo dimostra due cose: primo, che c’è una volontà enorme di cambiare la legge sulla cittadinanza ingiusta, crudele e incivile; secondo, che gli italiani sono molto più avanti dei vari Meloni, Salvini, Vannacci e Tajani che invece vorrebbero leggi più dure per chi è nato, cresciuto, istruito e vive stabilmente in Italia”. (Civonline)
Referendum sulla concessione della cittadinanza italiana a 5 anni (anziché 10). Il quesito Il quesito chiede di dimezzare il termine, com'era previsto dalla legislazione prima del 1992 e com'è stabilito in diversi altri Stati Ue. (ilgazzettino.it)
Io penso che è una delle cose che potrebbe riportare un po’ di giustizia, fotografare il cambiamento di un paese e consentire a chi sta in Italia, vive e ha relazioni qui, di avere gli stessi diritti degli altri. (la Repubblica)