Italia: FMI e Confindustria abbassano le previsioni di crescita economica

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ECONOMIA

Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) e Confindustria hanno recentemente smentito le stime del governo italiano sulla crescita economica, portando cattive notizie per il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti. Secondo il FMI, la crescita del Pil per l'Italia nel 2024 è stata rivista al ribasso, passando dallo 0,9% allo 0,8%, mentre per il 2025 la previsione è stata ulteriormente ridotta. Confindustria, dal canto suo, ha confermato una crescita dello 0,7% per l'anno in corso, ma ha espresso preoccupazioni per il futuro, sottolineando che gli obiettivi fissati dal governo sono sempre più lontani.

In questo contesto, il FMI ha anche fornito un messaggio positivo riguardo alla lotta contro l'inflazione, affermando che la battaglia globale contro l'aumento dei prezzi è quasi vinta. Tuttavia, le pressioni sui prezzi persistono in alcuni Paesi, e l'istituzione di Washington ha avvertito che la situazione rimane delicata. L'economista capo del FMI ha dichiarato che, nella maggior parte dei Paesi, l'inflazione si sta ora aggirando vicino agli obiettivi delle banche centrali, offrendo un barlume di speranza per i mercati e le economie avanzate.

Nel frattempo, in Italia, la crescita economica sembra essersi fermata, con una doppia doccia gelata per il governo. Da un lato, il FMI ha ridotto le previsioni di crescita per il prossimo anno, mentre dall'altro, Confindustria ha evidenziato le difficoltà nel raggiungere gli obiettivi prefissati. Questa situazione rappresenta una sfida significativa per l'esecutivo, che dovrà affrontare le crescenti preoccupazioni riguardo alla sostenibilità della crescita economica nel medio termine.

Inoltre, il FMI ha pubblicato il suo annuale World Economy Outlook, con un aggiornamento delle previsioni di crescita per gli Stati Uniti e preoccupazioni sul mercato immobiliare cinese. Per l'Italia, l'istituzione di Washington ha confermato l'attesa di crescita economica di quest'anno allo 0,7%, ma ha limato di 0,1 punti percentuali la stima sull'espansione del prossimo anno, ora allo 0,8%.