Bremmer: “Le false accuse del Cremlino preparano la nuova escalation militare”

NEW YORK.«Gli attentatori volevano attraversare il confine tra Russia e Ucraina, dove hanno contatti importanti». È stato questo il primo tentativo dei russi, subito dopo la cattura dei quattro presunti autori della strage del Crocus City Hall, di addossare le responsabilità all’Ucraina. Un colpo di mano sulla narrativa dell’attacco terroristico condotto con immediatezza dal Fsb, i servizi segreti esterni di Mosca, in un chiaro tentativo di trascinare Kiev (e i suoi alleati) nel magma del terrore in virtù della guerra che dura da oltre 25 mesi. (La Stampa)

Su altre fonti

L'auto non fermata, l'eccesso di velocità È un'anomalia riportata dal sito indipendente Istories. (ilmessaggero.it)

Nel messaggio il portavoce invita i soldati del Califfato a puntare a degli obiettivi negli Stati Uniti, in Europa e in Israele. Oltre all’attacco a Mosca della scorsa settimana, tesse le lodi di quello compiuto a Kerman, in Iran, il 3 gennaio, nell’anniversario della morte del comandante Qassem Soleimani, davanti alla tomba del generale. (Il Giornale dell'Umbria – il giornale on line dell'Umbria)

La Russia continua a sostenere la tesi del coinvolgimento ucraino nell’attentato rivendicato dallo Stato islamico alla Crocus City Hall di Mosca, dove sono morte 140 persone in una sparatoria. (Il Fatto Quotidiano)

Per sostenere la propria tesi, il Comitato investigativo russo ha affermato che dai risultati iniziali dell’inchiesta sono emerse “prove” del collegamento tra gli autori dell’attacco e “i nazionalisti ucraini“. (Il Fatto Quotidiano)

– La carneficina della Crocus Concert hall serve, purtroppo, anche a fare comprendere, per l’ennesima volta, come funzioni la macchina della disinformazione russa. Se fino a ieri si cercava ‘solo’ di dare la colpa agli ucraini, adesso il presidente Putin alza la posta e, sulla pelle di oltre 140 vittime, fra cui diversi bambini, cerca di allargare le responsabilità (tutte da provare, ed è difficile) dell’attentato, tirando in mezzo anche gli Stati Uniti e la Gran Bretagna. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

La fandonia del coinvolgimento dell’Ucraina nella strage islamista del Crocus City Hall appartiene a questa categoria, oltre a essere funzionale a un piano - dietro al quale s’indovina l’anima nera del regime Nikolai Patrushev teso a mettere Volodymyr Zelensky e la sua cerchia in un mirino non più solo metaforico. (ilGiornale.it)