15% delle infrastrutture per la mobilità elettrica acquistate in Italia resta inutilizzato
Articolo Precedente
Articolo Successivo
Uno studio di Bike Facilities ha dimostrato come una parte della infrastruttura per la micro mobilità elettrica resta inutilizzato: ecco i motivi e le soluzioni Torinese, classe 1987, giornalista pubblicista con la voglia di raccontare quello che accade nel mondo e la fortuna di riuscire a farlo. Tra le mie passioni ci sono il cinema, lo sport e tutto ciò che è inerente al mondo dei motori e alle continue evoluzioni tecnologiche (e sostenibili) dei mezzi a quattro e a due ruote. (Virgilio)
Se ne è parlato anche su altri giornali
La mobilità elettrica piace ma non è sostenuta da una buona programmazione delle infrastrutture. Per raggiungere i livelli di altre città europee ci vuole ancora tempo. È evidente che ci muoveremmo molto meglio se i punti di ricarica elettrici per le bici fossero di più e meglio disponibili. (FIRSTonline)
Questo perché l'auto elettrica oggi è una penetrazione del 5% come market share rispetto a paesi che invece crescono a due cifre, come la Francia e come i Paesi del Nord Europa". (LA STAMPA Finanza)
Giungono invece segnali chiari dal mondo industriale, che si prepara al dopo 2035 (InMoto)
E’ stato presentato ad inizio ottobre a Roma lo studio “Il futuro della mobilità elettrica in Italia 2035”. Prosegue in Italia la transizione verso i veicoli elettrici e l’avanzamento delle infrastrutture di ricarica. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Merito di un accordo siglato fra E-Distribuzione, Utilitaria e Motus-E. Insieme supporteranno lo sviluppo della rete di stazioni di ricarica nel Paese attraverso un approccio di sistema. (Vaielettrico.it)