Eni-Nigeria, Procura Milano: Indagine Brescia atto dovuto che merita rispetto

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LaPresse ECONOMIA

(LaPresse) – “L’apertura del procedimento da parte della Procura di Brescia nei confronti del procuratore aggiunto De Pasquale e del sostituto procuratore Spadaro, è atto dovuto che merita rispetto istituzionale, tanto quanto l’assoluta professionalità dei colleghi”.

Lo riporta una nota della Procura di Milano, in cui si legge anche che “è già stata consegnata alla Procura di Brescia una nota, inviata” al procuratore di Milano, Francesco Greco, “il 5 marzo 2021, nella quale i colleghi esprimevano, in modo dettagliato, la loro valutazione critica in ordine al materiale ricevuto, peraltro informale ed oggetto di indagini tuttora in corso”

Milano, 10 giu. (LaPresse)

Se ne è parlato anche su altre testate

In atti le mail a vertici ufficio, 'è dannoso sentirlo ancora' Eni. Materiale che i due pubblici ministeri non hanno messo a disposizione delle difese e del Tribunale durante il processo pur avendo consapevolezza, questa è l'ipotesi, delle false accuse. (Rai News)

Ma “non è questo l’episodio più importante” sulla cui base i due magistrati sono stati indagati. Tra i comportamenti dei pm messi sotto osservazione, secondo quanto apprende l’Agi c’è “anche la vicenda del video non depositato al processo Eni”, circostanza emersa ieri dalle motivazioni del verdetto assolutorio. (Il Riformista)

A quanto si è saputo, infine, tra l'aggiunto De Pasquale e il pm Storari non ci sarebbe stata mai un'interlocuzione verbale su questi temi e nemmeno un vero scontro. A quanto si apprende, nelle mail, inviate dal pm Storari (pure lui indagato a Brescia per il caso dei verbali dell'avvocato Piero Amara e i contrasti con i vertici del suo ufficio) ai vertici dell'ufficio, il magistrato faceva notare la inattendibilità dell'ex manager Eni Vincenzo Armanna. (Sky Tg24 )

Sicchè in requisitoria il procuratore aggiunto Fabio De Pasquale aveva argomentato che il comportamento di Armanna dovesse essere valutato come elemento di prova a carico di Descalzi, cioè come prova dell’aver Descalzi tentato di condizionare le dichiarazioni accusatorie di Armanna tramite Amara e Granata. (Corriere Milano)

Ieri la notizia che i pm milanesi Fabio De Pasquale e Sergio Spadaro sono stati iscritti nel registro degli indagati dalla procura di Brescia. Toni e parole che proverebbero l'intenzione di Armanna di «ricattare i vertici» della società dalla quale era stato licenziato un anno prima (ilGiornale.it)

I pm infatti, stando alle accuse, avrebbero omesso di depositare delle chat che dimostrerebbero che Armanna pagò 50 mila dollari a un testimone per confermare la sua versione a processo. Testimone che tra l’altro si tirò indietro perché voleva più soldi. (La Sentinella del Canavese)