Musk attacca anche Sea Watch: è un'organizzazione criminale. Ieri la bordata ai giudici italiani
Continua l'entrata a gamba tesa di Elon Musk negli affari interni italiani. Ieri l'attacco l'attacco alla magistratura italiana sul piano di trasferimento di alcuni migranti nel centro allestito in Albania. Ofggi l'attacco alla Ong Sea Watch. "E' un'organizzazione criminale", così Musk risponde su X all'organizzazione non governativa che in un video lo accusa: "Musk minaccia la giustizia italiana". (Italia Oggi)
Su altre fonti
La polemica sulle decisioni dei giudici italiani contro i trasferimenti di migranti in Albania si fa più ampia. (Sky Tg24 )
L'annuncio era stato fatto sei mesi fa ma solo ora è arrivata la conferma della vendita della maxi villa da 11 milioni di euro a New Canaan, in Connecticut. (il Giornale)
Il capo dello stato risponde al delfino di Donald Trump: l’Italia sa badare a se stessa. Tesla chiarisca a che titolo parla (Milano Finanza)
"L'imprenditore Elon Musk esprime il suo rispetto per il presidente della Repubblica Mattarella e la Costituzione italiana. Tuttavia sottolinea che la libertà di espressione è protetta dal Primo Emendamento e dalla stessa Costituzione italiana, pertanto da cittadino continuerà a esprimere liberamente le proprie opinioni": lo afferma Elon Musk in una dichiarazione diffusa all'ANSA dal suo referente in Italia. (Tiscali Notizie)
Poi ha rincarato la dose questa mattina ponendo una domanda: "L'Italia è una dmeocrazia o una autocrazia?". Il magnate americano in un primo tweet ha attaccato le toghe affermando che "questi giudici devono andarsene". (Liberoquotidiano.it)
E non perché Trump non pensi o dica le stesse cose, ma appunto vuol essere lui a dirle e non le lascia dire a nessun altra delle persone che ha vicino, perché presentarsi come una vittima delle toghe politicizzate fa parte della sua campagna elettorale permanente (e per inciso, da ieri anche la condanna ricevuta per i pagamenti a Stormy Daniels, tra le più pericolose delle donne del nuovo/vecchio Presidente, è tornata in forse). (La Stampa)