Il Pd si spacca su Fitto vicepresidente della Commissione europea: i «Responsabili» spingono, mentre la base è contraria
Nel Pd c’è il gruppo dei «Responsabili». È quel pezzo di classe dirigente che per settimane ha esortato Schlein a non commettere l’errore di opporsi alla vicepresidenza Fitto nella Commissione Europea. Perché ai «Responsabili» era chiaro che il partito si sarebbe infilato in un cul-de-sac se la segretaria si fosse messa di traverso al «candidato italiano». Così come erano chiari i segnali che giungevano dal Colle, dove Mattarella aveva invitato Fitto proprio il giorno prima che von der Leyen ufficializzasse la sua presenza in Commissione. (Corriere Roma)
Su altri giornali
– E’ il 20 novembre la data decisiva per il futuro dei vicepresidenti della nuova Commissione europea e il centro della vicenda non sarà né a Bruxelles né a Roma, ma a Madrid. Anche se in Italia c’è la tendenza a vedere Raffaele Fitto come il protagonista, suo malgrado, dello scontro in atto, è la spagnola Teresa Ribera la figura al centro della tempesta. (Agenzia askanews)
C'è qualcosa di davvero surreale nella disputa tutta politico-ideologica che si sta sviluppando tra popolari e socialisti per gli incarichi di governo della nuova Commissione europea. Questa disputa è totalmente sganciata dalle esigenze di compattezza che imporrebbero il contesto geopolitico e lo scenario determinato dalla vittoria di Trump che considera l'Europa un'amica subalterna. (ilmattino.it)
"Il Parlamento europeo voterà la prossima Commissione il 27 novembre. L'Aula è pienamente impegnata a far entrare in carica la nuova Commissione. (L'Eco di Bergamo)
Ieri il capo dello Stato ha ribadito che l'unità, la coesione, non è antitesi alla dialettica politica, ma è «il quadro in cui questa dialettica e questa contrapposizione si articola che è l'interesse nazionale del nostro Paese». (il Giornale)
Schlein: "Ue, il problema non è Fitto ma il Ppe che allarga a destra" (La Stampa)
"Fitto appartiene a un partito che a Bruxelles è all'opposizione ed è indicato da un governo la cui maggioranza è di segno opposto a quella che nel Parlamento europeo sostiene Ursula von der Leyen". (L'HuffPost)