Nozze combinate e maltrattamenti in famiglia: 49 enne pakistano condannato a 4 anni

Condividi questo articolo Pubblicità Nonostante siamo nel 2024, molti sono ancora i casi di violenza nei confronti delle donne e non si parla solo di violenza fisica ma anche di violenza psicologica. Come è successo – ad esempio – in una famiglia pakistana in Trentino che viveva una violenza totale fatta di minacce, umiliazioni, controllo e gelosie a causa di un padre di famiglia aggressivo, violento e persino senza scrupoli. (la VOCE del TRENTINO)

La notizia riportata su altre testate

Le vittime di maltrattamenti fisici e psicologici si sono salvate, ma chi le ha picchiate «perché non brave musulmane» è scappato dopo la condanna definitiva della Cassazione pronunciata lo scorso 28 giugno. (ilmessaggero.it)

Un 59enne avrebbe picchiato più volte le figlie in casa nel Bresciano e avrebbe combinato il loro matrimonio in Pakistan. (Fanpage.it)

Si tratta dei genitori e del fratello maggiore delle quattro sorelle pakistane che vevano denunciato per maltrattamenti i familiari, condannati in via definitiva in Cassazione a 5 anni di carcere lo scorso 2 luglio. (QuiBrescia.it)

Botte alle figlie "non brave musulmane", condannati in fuga

Lo stesso genitore, finito a processo per maltrattamenti in famiglia e induzione coatta al matrimonio, vive in Italia da quasi due decenni, ma evidentemente non si è mai integrato, non ha voluto aprirsi ad una cultura differente da quella d'origine. (l'Adige)

Non uno questa volta, come nel caso di Giacomo Bozzoli, ma ben tre latitanti: madre, padre e figlio, tutti di origini pakistane, con cittadinanza italiana. Il reato contestato è quello di maltrattamenti nei confronti di quattro ragazze, figlie e sorelle dei condannati, ree di «non essere brave musulmane» e per questo vessate per anni fino alla denuncia da parte della maggiore delle quattro donne. (La Stampa)

Nuovo caso di latitanza a Brescia, dove sarebbero irreperibili padre, madre e fratello di quattro ragazze che venivano picchiate perché "non brave musulmane". I tre, di origini pakistane ma cittadini italiani, sono stati condannati in via definitiva dalla Cassazione a cinque anni ad inizio luglio, ma secondo quanto scritto dal quotidiano, sarebbero spariti, e sarebbe già anche firmato il decreto di latitanza da parte del primo giudice che li ha condannati. (Il Messaggero Veneto)