Non illudiamoci, i medici di una volta non ci sono più

C’è qualcosa di stonato e pericoloso nelle scelte postlaurea dei nostri medici. E temo che non tutto sia "merito" loro. Anche l'ultimo concorso di qualche mese fa per l'accesso ai contratti di specializzazione, banditi sul territorio nazionale e nelle aree regionali, ha fornito, infatti, qualora ve ne fosse ancora bisogno, alcun modo di cosa voglia dire il vivere sociale: per lui esiste solo la sua immanente esigenza, l’insofferenza per qualsiasi disciplina, la sua profonda ed incurante aggressività. (ROMA on line)

La notizia riportata su altri media

Refrain che riassume, con una buona dose di amarezza, il "clima" tra i camici. "Moriremo tutti di sepsi, o di embolia polmonare ma con la pelle perfetta e la vista buona". (LA NAZIONE)

Così dicono i dati definitivi delle immatricolazioni per assegnare i 15.256 contratti di specializzazione messi a bando e che non sono stati coperti nel 25% dei casi, con punte massime che arrivano al 50% per il corso di chirurgia generale o toracica, il 70% per la medicina d'emergenza (quella del pronto soccorso) fino agli estremi dell'82% dei posti deserti in radioterapia o del 90% dei contratti per diventare microbiologi e virologi. (Il Sole 24 ORE)

Quasi 4 milioni di spesa per coprire le lacune negli organici affidandosi alle cooperative esterne: lo stato di salute del sistema sanitario non è dei migliori e Rovigo non fa eccezione. (La Voce di Rovigo)

Preoccupano i dati sulla fuga dei medici dalla sanità pubblica in Italia. Una fuga che comincia presto, già dopo la laurea, al momento di scegliere la specializzazione. (Nurse Times)

Più che una previsione pare una chimera, alla luce di come oggi, ancora, manchino all’appello camici bianchi. Tuttavia, è un paradosso cui si potrebbe incorrere nell’arco di pochi anni, complice una programmazione che poco razionalmente avrebbe tenuto conto dell’effetto combinato di un buco generazionale, dovuto ai progressivi pensionamenti, e degli imbuti formativi: «C’è stato un comportamento assurdo delle autorità programmatorie», riflette Guido Marinoni, presidente uscente dell’Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Omceo) di Bergamo, che si ripresenterà nella tornata elettorale per il rinnovo delle cariche istituzionali per il mandato 2025-2028. (Corriere Bergamo - Corriere della Sera)